Manovra, il centrodestra del Fvg attacca il governo

TRIESTE Pdl e Lega Nord vanno oltre la ribellione. Non parlano di “secessione” ma la sostanza non è troppo diversa. «Siamo pronti a rompere i rapporti istituzionali con lo Stato», dice Daniele Galasso. «C’è una sola possibilità per non andare tutti a picco: eliminare la zavorra», aggiunge Danilo Narduzzi. La zavorra è il Sud.
Toni duri, durissimi, come mai prima, quelli dei capigruppo dei due partiti di maggioranza. La manovra Tremonti, e il rischio di tagli di spesa per 463 milioni di euro nel 2012, scatenano la reazione di una Regione che si ritiene «virtuosa». Il ricorso alla Corte costituzionale, possibilità confermata da Renzo Tondo nell’incontro con le parti sociali, non è più l’arma estrema. Si può andare oltre, addirittura «rompere con Roma», sostiene Galasso facendo appello a un fronte comune tra cittadini, parlamentari e consiglieri regionali «per resistere in tutte le sedi assieme al presidente Tondo, fino alla rottura dei rapporti istituzionali con lo Stato se necessario, forti della consapevolezza dell’iniquità di una manovra economica che per il Friuli Venezia Giulia supera ogni risorsa della ragione».
Il capogruppo Pdl arriva a tanto dopo aver snocciolato i numeri di una manovra «che affossa il federalismo»: «Tagliare il bilancio di ulteriori 463 milioni che si ripeteranno nel 2013, e aggiungerci i 370 milioni della quota per il federalismo fiscale significherà per la Regione una minore capacità di spesa complessiva tendenziale nel 2012 di 833 milioni. In pratica, un suicidio».
A ipotizzare la rottura è anche il Carroccio. «Inaccettabile mungere il Nord per salvare il Sud», esordisce Narduzzi che dice anche «no al dissanguamento del Fvg» e alla «rapina delle regioni virtuose». E si chiede: «Ha senso che i cittadini del Nord paghino di tasca loro questa crisi, consapevoli del fatto che il Sud continuerà ad alimentare clientele e a sguazzare nella corruzione?».
In attesa di novità da Roma, Tondo ha intanto condiviso con organizzazioni sindacali e categorie la linea dura con il governo a difesa della specialità, considerata «responsabilità e non privilegio». «Abbiamo fatto ricorso alla Corte sui ticket, siamo pronti a ripeterlo sui tagli», ribadisce il presidente della Regione parlando, a fine incontro, di «unità di intenti» con le parti sociali e confermando l’intenzione di presentare a settembre una sua proposta-sintesi di riduzione dei costi della politica.
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