Margherita a Trieste: «Vi racconto la mia Cina»
«Per non pensare agli incontri mi rilassavo facendo shopping per le vie di Pechino»
di Francesco Cardella
di Francesco Cardella

La campionessa con i genitori
TRIESTE Una giornata intera di riposo nella sua abitazione di Narni e poi a Trieste, nell'abbraccio della famiglia, sostenendo solo gli assalti del suo cane Greta, il più docile dei dobermann. Sono trascorse così le prime giornate in Italia di Margherita Granbassi, la fiorettista triestina reduce dalla ribalta olimpica dei Giochi di Pechino. L'unica atleta al mondo capace di far brillare anche il bronzo, ora ha solo voglia di mare, riposo e vacanze. Stimoli e condizione atletica non hanno invece bisogno di ritocchi. Quelli sono stati perfezionati nel cielo sopra Pechino con due medaglie storiche, per lei e per l'intero sport nazionale. Dalle Olimpiadi Margherita Granbassi non ha portato con sè solo il metallo vinto negli individuali e a squadre, ma anche nitide emozioni vissute lontano dalla pedana di gara.
Una su tutte quella provata durante la cerimonia di apertura dei Giochi, evento che l’atleta triestina ha deciso di vivere da vicino solo poco prima dell'inizio: «Avevo sinceramente timore di quanto potesse succedere in uno stadio così affollato per un’occasione simile - ha raccontato la schermitrice giuliana - tanto più che su internet giravano anche strani segnali riguardanti possibili attentati. Io sono suscettibile per natura, forse mi sono suggestionata eccessivamente - ha aggiunto - a tal punto da rendermi quasi del tutto convinta di gravi episodi in agguato per la cerimonia olimpica».
Chi o cosa è intervenuto a fare cambiare idea?
Devo dire grazie all'amica e compagna di squadra Ilaria Salvatori. Lei mi ha convinto, pensate, a poco più di venti minuti dall'inizio. Così ho partecipato, sventolando anche quella bandiera innocua («Da Jesi e Frascati a Trieste vi conceremo per le feste», ndr) che ha fatto il giro del mondo ma che in realtà era già stata visionata da tutti, rappresentanti del Coni compresi. Il caldo che ha accompagnato la cerimonia era incredibile, l'umidità alle stelle ma tutto è stato alla fine bellissimo, indimenticabile.
Indimenticabile anche la tensione provata nel pre-gara. Ho cercato di combatterla stando il più possibile con persone divertenti, in grado di farmi sorridere il più possibile. Per alleviare la forte emozione mi sono rivolta a questo e, appena mi accorgevo di focalizzare troppo l'attenzione sul debutto, mi facevo una risata e cancellavo la preoccupazione. Ho approfittato anche per girare per Pechino, solo per shopping, oppure assistendo anche ad altre gare, sempre di scherma.
Ci sono ora medaglie olimpiche in più nella già ricca bacheca ma anche una maggiore attenzione da parte dei media, no?
Figurare tra i personaggi olimpici era, anzi è in fondo, una novità. Confesso che sto avendo difficoltà ad ambientarmi in questo specifico ruolo, considerando anche il valore delle mie compagne di nazionale.
Parliamo allora di loro.
Per motivi anche generazionali e di affinità l'amicizia con Ilaria Salvatori è molto importante. Altrettanto fondamentale è il modello di Giovanna Trillini. In questi anni si è formata una miscela di elementi, direi una vera polvere magica, fatta di emozioni, di rapporti ed esperienze, veramente difficili da descrivere a fondo. Ad esempio scontrarmi con Giovanna Trillini per il terzo posto era l'ultima cosa che avrei voluto fare, era un derby in cui sinceramente pensavo di incappare alla vigilia e che mi creava patemi ulteriori. Con Giovanna ho sempre avuto un forte legame e ammirazione, un rapporto poi cementato da tanti anni di trasferte, sfide, gioie anche amarezze.
Cosa ha significato vincere contro una atleta che le ha fatto anche da maestra?
Ripeto, non avrei mai voluto scontrarmi con una come lei, tanto più che eravamo consapevoli che quello sarebbe stato il suo ultimo assalto ufficiale. Questo ha reso maggiore l'emozione anche se con un pizzico di amarezza. Io ho conquistato una medaglia ma sono felice che Giovanna abbia avuto ugualmente da queste Olimpiadi il rilievo che si meritava, per quanto ha dato allo sport italiano.
L'altro derby ingrato vissuto sulla pedana dei Giochi olimpici è stato quello con Valentina Vezzali, sfida vissuta in ben altro modo.
Contro Valentina non mi sono piaciuta per niente, al di là del fatto che lei è stata formidabile, come sempre accade nelle gare importanti. Sono partita alla base con scarsa convinzione e non sono riuscita ad esprimere ciò di cui sono capace. Avevo contro la schermitrice più forte di tutti i tempi e se penso di averla battuta una volta, in occasione del mio titolo mondiale vinto a Torino nel 2006, mi rendo conto ogni volta del tipo di impresa compiuta.
Sudditanza o rispetto?
Semplicemente non ero convinta, niente da fare, non sentivo le azioni giuste o le stoccate da fare. Non provo recriminazioni in questo. Avevo piuttosto poi paura di non riprendermi dalla batosta patita con Valentina, dovendo sostenere la finalina per il bronzo con un’avversaria altrettanto importante. Tra l'altro nella scherma non siamo abituati a questo tipo di finali. Sia agli Europei che ai Mondiali ci sono infatti due terzi posti. È stata una novità da superare anche questa ma alla fine l'abbraccio con Giovanna ha racchiuso tutte le emozioni e i valori di questi anni assieme con i colori della Nazionale.
L'altra novità con cui Margherita Granbassi potrebbe a breve fare i conti è l'assenza del ct Andrea Magro, che pare deciso al ritiro.
Non ho seguito precisamente le dichiarazioni di Magro. Ci siamo presi tutti delle arrabbiature dopo la gara a squadre in semifinale e anche lui, come tutti, ha reagito, forse condizionato dalla foga del momento. Vorrei ci pensasse bene e restasse ma comprenderei anche la voglia di altre scommesse, in altri contesti. Non averlo avuto nell'angolo nella finale a squadre mi è costato molto, tanto più che ero all'oscuro della squalifica. Mi è mancato molto e ricordo che Andrea Magro resta comunque il ct che ha vinto di più in Italia, in qualsiasi altro sport.
Quella dei Giochi in Cina è stata per Margherita Granbassi l'esperienza degli opposti, anche in chiave emozionale. Grandi trionfi ma pure possibili addii ai compagni di avventure degli ultimi anni, non trova?
È stato così, per non parlare del clima. Qui gli opposti sono stati particolari, dal caldo forte e umido all'esterno all’eccessiva aria condizionata dell'interno, da sopportare quasi con il piumino addosso. Però sono fattori che ho sopportato bene tutto sommato. Di solito so ambientarmi alle varie situazioni di vita e a Pechino ho fatto altrettanto. Tutto ciò che è stato al limite negativo alla fine si è superato bene, mi è bastato l'abbraccio della famiglia e vedere da vicino l'emozione delle mie nipotine quando hanno saputo della dedica speciale fatta da Pechino dopo la prima medaglia.
La Cina è alle spalle e il futuro da disegnare. Il presente?
È fatto di mare e riposo e soprattutto di una generosa vacanza, ancora da ideare. Non chiedetemi altro a riguardo perché sinceramente non so dove.
Nemmeno con chi?
Nemmeno quello. Di certo al momento c'è soltanto la voglia di staccare e di prendersi del riposo. Tempi, modalità e compagnia sono ancora da individuare. Con calma.
Alla scherma quando riprenderemo a pensare?
L'attività ufficiale inizierà verso febbraio, con le prime tappe di Coppa del Mondo ma non voglio farmi trovare impreparata sul piano della condizione. Lavorerò gradualmente, anche praticando altre attività, l'idea è stare in movimento ma senza affanni e anche evitando troppi sforzi al momento della ripresa agonistica. Riposo sì ma calibrato, ricordando i tempi della prossima stagione.
Stagione che potrebbe essere corredata anche da altri eventi. Extrasportivi dicono. Per il momento ha saputo destreggiarsi bene sulla pedana delle tentazioni prodotte dal mercato dell'immagine, evitando le stoccate di reality come «Notti sul ghiaccio» e soprattutto «La Talpa». Rimpianti?
Direi di no. Come ho detto alla vigilia delle Olimpiadi i reality non sono esperienze che fanno per me, almeno per il momento. Miro ad altro.
Al giornalismo sportivo, giusto?
Una mira mai celata del resto. Continuerò il percorso ma la priorità resta ancora lo sport.
Allora in tema di un nuovo quadriennio olimpico: a Londra nel 2012 con il microfono o con il fioretto?
Con il fioretto, senz'altro. Ci credo ancora.
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