Fermato con la marijuana mentre va a fare la spesa a Trieste: cuoco finisce in manette
Nei guai è finito un cuoco croato fermato al valico di Fernetti: ha spiegato che tutta la droga leggera, comprata in Slovenia, era destinata all’uso personale, per rilassare i nervi e allentare lo stress legato soprattutto alla gestione dei suoi locali

Era venuto a fare la spesa all’ingrosso in Friuli Venezia Giulia per i suoi due ristoranti. Ma prima di varcare il confine aveva fatto scorta di marijuana: 177 grammi nascosti nel marsupio. Quanto basta per essere arrestato in flagrante con l’accusa di detenzione illecita di stupefacenti ai fini di spaccio. Nei guai è finito un cuoco croato fermato nelle scorse settimane al valico di Fernetti, durante i consueti controlli alla frontiera. Dopo due notti trascorse in carcere al Coroneo, l’uomo è stato scarcerato con la misura di divieto di dimora in Friuli Venezia Giulia. Niente più spese al di qua del confine, dunque. Almeno per un po’, in attesa di definire la propria posizione. Le indagini proseguono: gli inquirenti stanno analizzando i dati estratti dal cellulare del cittadino croato, alla ricerca di eventuali chat relative alla rivendita dello stupefacente.
L’indagato, dal canto suo, ha cercato subito di smarcarsi dall’accusa di essere un pusher. Agli agenti ha spiegato che tutta la droga leggera, comprata in Slovenia, era destinata all’uso personale. Il cuoco sarebbe infatti un consumatore abituale di canne. Stando ai suoi calcoli fuma, in media, dai 2,5 ai 4 grammi di “erba” al giorno. Per rilassare i nervi e allentare lo stress legato soprattutto alla gestione dei suoi locali in Dalmazia, uno a Zara e l’altro a Pago. All’udienza di convalida il suo difensore, l’avvocato Francesco Galli, ha depositato una cospicua documentazione inerente alle attività imprenditoriali del suo assistito, con l’obiettivo di spiegare al gip che il croato era venuto in Italia solo e soltanto per questioni di lavoro. E non per smerciare droga.
Tra i documenti forniti figurano le visure camerali dei ristoranti e le fatture di acquisto della merce, inviate via mail dal supermercato Metro di Udine. Era là che il cuoco era diretto, per ritirare i prodotti già pagati. Ma l’imprevisto a Fernetti ha mandato all’aria i suoi piani, prolungando di un paio di giorni il suo viaggio di lavoro, con tanto di conseguenze penali.
Il difensore ha inoltre evidenziato come, fatta eccezione per il quantitativo anomalo di marijuana, non ci siano altri indizi di una presunta attività di spaccio. La droga non era suddivisa in dosi, ma compattata all’interno di un unico involucro infilato dentro il marsupio che il conducente teneva in macchina. A bordo non c’era nulla del tradizionale “kit dello spaccio”, composto solitamente da bilancini di precisione e materiale per confezionare le dosi da smerciare ai clienti. L’imputato è pronto a sottoporsi ai test tossicologici, e all’occorrenza anche del capello, per dimostrare di essere un consumatore assiduo di marijuana.
Nel frattempo il gip ha convalidato l’arresto per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. E ha disposto come misura cautelare il divieto di dimora in Friuli Venezia Giulia. Il cuoco croato, una volta tornato in libertà, ha fatto rientro a casa ed è tornato a gestire i suoi locali. A ritirare le spese future dovrà mandare qualcuno dei suoi collaboratori, in attesa che le indagini facciano il loro corso. E ai prossimi passaggi al confine, probabilmente, presterà più attenzione al tipo e alla quantità di merce trasportata. Onde evitare altre situazioni spiacevoli, di cui ora è chiamato a rispondere. —
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