Matrimonio celtico a San Canzian

Silvia e Marco “sposati” dal druido fra riti e invitati in costume. È il prologo alle rievocazioni storiche
Di Laura Blasich
Bonaventura Monfalcone-22.05.2016 Matrimonio celtico-Osteria da Bepi Meo-San Canzian d'Isonzo-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-22.05.2016 Matrimonio celtico-Osteria da Bepi Meo-San Canzian d'Isonzo-foto di Katia Bonaventura

SAN CANZIAN D’ISONZO. Conosciuta per il suo patrimonio archeologico di epoca romana, San Canzian d’Isonzo sabato è stata teatro però di un matrimonio “celtico”. A celebrarlo un druido che, secondo gli antichi riti, ha unito Silvia e Marco, due giovani triestini, che fanno parte dell’associazione culturale Clan tre draghi, attiva in rievocazioni storiche e manifestazioni dedicate alla riscoperta di un passato che si spinge fino all’epoca medievale. Come ha fatto in questi anni anche San Canzian, grazie all’iniziativa di Bruno Tirel, del locale Da Bepi Meo, della Pro Loco e dell’amministrazione comunale.

Non a caso la cerimonia ha avuto luogo nella corte interna del locale, teatro delle Giornate medievali che hanno visto la collaborazione negli scorsi anni dell'associazione triestina e che ritorneranno con la quinta edizione tra il 2 e il 5 giugno. «Il matrimonio “celtico”, che è andato ad affiancare quello civile celebrato a Trieste - afferma Bruno Tirel -, ha rappresentato quindi un bel prologo per una manifestazione che vede la collaborazione di molte associazioni del territorio e non solo». Oltre che un’introduzione singolare alla nuova edizione delle Giornate medievali. «Possiamo completare il cerchio - ha detto l’officiante -. Chiamiamo ora a raccolta i sacri elementi. Invitiamoli a testimoniare la vostra unione. Noi siamo qui oggi tutti assieme, tra terra e cielo, per unire queste due persone nel nome della natura, di tutti gli antenati le cui voci parlano ancora attraverso noi nel nome di tutta la nostra gente unita».

Seguendo le indicazioni dell’officiante è stato quindi sparso a terra del grano, mentre poi l’unione è stata “benedetta” nel nome degli antenati, di chi ha dato la vita agli sposi e di “quelli che devono ancora venire”. Attorno agli sposi molti amici vestiti secondo il costume dei celti, una popolazione che si è di fatto sovrapposta a quella “romana”, come dimostrano le testimonianze archeologiche emerse anche nella vicina Bassa friulana.

In ogni caso la festa ora proseguirà dal 2 al 5 giugno tra tornei con lo spadone e gare con l'arco e la fionda, spettacoli con giocolieri e mangiafuoco (grazie al coinvolgimento della Compagnia del carro di Staranzano), concerti di musica a tema, grazie alla partecipazione di gruppi come quello dei Benadanti. Non mancherà l’ormai consueta “fiera del villaggio” e tra gli ospiti ci sarà anche lo scrittore Paolo Morganti, autore, tra gli altri suoi libri, de “L'ira dell'alchimista”. Gli storici Desirée Dreos e Christian Selleri della Sezione isontina della Società friulana di archeologia interverranno inoltre sulla figura di Leonardo da Vinci, il cui progetto di due ruote reso è stato concreto da Pieraldo Valli di Terranova. Proprio la “bici di Leonardo” sarà quindi esposta nel locale di San Canzian. «Oltre che la Compagnia del carro - spiega Bruno Tirel - ci darà una mano quest’anno anche l'associazione degli Scussoni di San Pier d'Isonzo, mentre l'MMA Friuli Fight Team di San Canzian d'Isonzo effettuerà delle dimostrazioni di lotta greco-romana».

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