Maturità a Trieste: dall’abbigliamento alle raccomandazioni per sostenere l’esame

I consigli dei dirigenti di Trieste per «una presenza accurata» e affrontare le prove in serenità. Nella circolare del Nautico si invita a indossare la divisa

Micol Brusaferro
La prova scritta di italiano all’esame di maturità al Da Vinci-Sandrinelli dello scorso anno Foto Lasorte
La prova scritta di italiano all’esame di maturità al Da Vinci-Sandrinelli dello scorso anno Foto Lasorte

Prima prova scritta per la maturità. Sono 1.465 gli studenti che a partire da mercoledì affrontano l’esame nelle scuole superiori di Trieste.

I dirigenti scolastici suggeriscono di affrontare gli esami con serenità, senza troppa agitazione, facendo riferimento ai test e alla preparazione svolta in classe negli ultimi mesi. E non solo.

L’abbigliamento raccomandato

Tra le raccomandazioni anche quella di optare per un abbigliamento adeguato – niente bermuda e infradito per intenderci –, accanto a una conoscenza dei temi di attualità e di alcuni anniversari, come i 70 anni dalla nascita di Steve Jobs o i 50 anni dalla morte dell’imprenditore tedesco Oskar Schindler, assieme ai conflitti mondiali in corso o la rivoluzione dettata dall’intelligenza artificiale.

In un’epoca nella quale i ragazzi azzardano spesso look di ogni tipo, i dirigenti ricordano di indossare vestiti adeguati durante l’esame. La preside Bertossi aggiunge che «per l’orale consiglio una presenza accurata anche dal punto di vista dell’abbigliamento: è un momento istituzionale importante, che non può essere affrontato in ciabatte e pantaloncini corti».

Un’indicazione che il dirigente scolastico del Nautico-Galvani, Francesco Fazari, ha anche inserito in una circolare in vista della maturità, perché i ragazzi si presentino alle prove «rispettando un dress code, meglio con la divisa in vigore al Nautico».

I consigli per la seconda prova e l’orale

Per quanto riguarda la prima prova anche Fazari ricorda l’importanza «di leggere attentamente la traccia, fare uno schema e poi elaborare il pensiero, anche con qualche apporto personale». 

E aggiunge: «La seconda prova è quella che preoccupa di più, ma c’è il tempo per esprimere quanto hanno studiato e praticato durante l’anno. Anche in questo caso è fondamentale leggere bene i quesiti e quello che viene chiesto di sviluppare e affrontare, senza panico. In un primo momento può sembrare a volte di non sapere, ma poi generalmente tutto si risolve. Infine, per l’orale – spiega Bertossi – ricordo che non è un esame, ma un colloquio, e viene valutata la capacità di orientarsi tra le discipline, oltre alla loro conoscenza. Meglio un bel sorriso e un bel respiro prima di entrare, le commissioni certamente apprezzano chi si pone in modo cordiale e sicuro. Va ricordato inoltre che se sono stati ammessi, vuol dire che i docenti li ritengono in grado di affrontare l’esame, crederci in egual maniera sarà determinante, è il momento di dare il massimo per far uscire quanto sanno, nel miglior modo possibile».

Milena Testa, preside del Carducci-Dante, invita i ragazzi «a sostenere l’esame con serenità, consapevoli che durante l’anno hanno lavorato con impegno e acquisito gli strumenti per affrontare questa esperienza. Le commissioni – aggiunge – sono consapevoli del fatto che sono i “figli del Covid” e credo saranno particolarmente accoglienti».

Ariella Bertossi, alla guida di Da Vinci-Sandrinelli-Carli, consiglia «innanzitutto di riposare, in modo da essere svegli e attivi. Per la prima traccia, avendo fatto sicuramente le simulazioni, sanno già come è strutturata, serve leggano bene tutte le tipologie, per scegliere quella con contenuti sui quali si sentono più sicuri».

 

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