Maxi cantiere a Cattinara, rivoluzionata l’agenda: si parte dal nuovo Burlo

Asugi e Rizzani de Eccher preparano il cronoprogramma. Il via ai lavori slitta in primavera. Priorità alla costruzione dell’istituto infantile, pronto già nel 2024
Lasorte Trieste 25/03/20 - Ospedale di Cattinara, Cartello Ospedale in Emergenza, Coronavirus
Lasorte Trieste 25/03/20 - Ospedale di Cattinara, Cartello Ospedale in Emergenza, Coronavirus

TRIESTE. Ripensare completamente la scaletta dei lavori, per adattarsi all’emergenza Covid-19 e non perdere altro tempo. Le opere di ristrutturazione dell’ospedale di Cattinara andranno incontro a un radicale riassetto del cronoprogramma dovuto alla pandemia, che sta mettendo a dura prova la sanità triestina. Nonostante il coronavirus, però, l’Azienda sanitaria e l’impresa di costruzioni Rizzani de Eccher hanno stabilito di ripartire nella primavera 2021 (con un altro rinvio sugli impegni assunti). Le prime opere non riguarderanno la Torre medica, bensì il nuovo Burlo, con l’intenzione di consegnarlo nel 2024.

Dopo la sofferta rescissione del contratto con la cooperativa veneta Clea e la firma del nuovo affidamento alla friulana Rizzani de Eccher, comincia a delinearsi la strategia per la riapertura del cantiere. L’impresa di costruzioni ha cominciato a preparare la progettazione esecutiva, che assicura di poter concludere entro fine anno, con la speranza che le autorizzazioni arrivino entro sessanta giorni e marzo possa essere il mese in cui rimettere in moto le ruspe. Le parti avevano per la verità annunciato la ripresa per l’autunno, ma la seconda ondata di coronavirus richiede una complicata revisione per aprire un cantiere che deve garantire il funzionamento dell’ospedale.

Il programma di Clea era partito dallo smantellamento degli ultimi cinque piani della Torre medica, che sono stati interamente sventrati, con l’intenzione di metterli a nuovo, traslocare i cinque piani più in basso e ripetere l’operazione per lotti, restringendo gli spazi utilizzabili ma non interrompendo il servizio.

La pandemia ha poi costretto Regione e Azienda sanitaria a ristrutturare in fretta il dodicesimo e tredicesimo piano, trasformati rispettivamente in terapia intensiva e subintensiva Covid. Impossibile cominciare da lì, come stabilito all’inizio. Ecco allora farsi avanti il nuovo schema. I lavori cominceranno dall’edificazione del Burlo, che sorgerà come previsto alle spalle delle Torri e del capolinea degli autobus, dove adesso è in funzione un ampio piazzale che funge da parcheggio per i dipendenti. Secondo quanto trapela, la Rizzani de Eccher avrebbe assicurato una consegna anticipata al 2024.

In questo caso il coronavirus non rappresenta un problema, perché si edifica da zero e non si lavora in una struttura in attività. L’impresa vorrebbe impiegare due anni in meno del previsto, posto che l’appalto prevede sei anni di lavori dall’approvazione del progetto esecutivo. Non è escluso che l’impresa riesca ultimare prima di allora una porzione del nuovo ospedale infantile, che diventerebbe subito operativa e consentirebbe di alleviare il problema di spazio di cui soffre la sede attuale del Burlo, il cui destino dopo il trasloco è tutto da definire. Decisione che spetterà all’Azienda sanitaria, che potrebbe riutilizzare il patrimonio immobiliare o vendere.

Il vecchio cronoprogramma stabiliva che i lavori per il Burlo cominciassero un anno dopo l’avvio del cantiere delle Torri, ma il Covid cambia tutto e ora Asugi e Rizzani de Eccher sono concentrate soprattutto sull’individuazione di un’alternativa che garantisca il posteggio a medici, infermieri e oss. L’ipotesi è di realizzarne uno provvisorio acquisendo terreni nelle vicinanze.

Ma è tutto il cronoprogramma a essere oggetto di ripensamento e proprio per questo sarebbe slittata di alcuni mesi la consegna del progetto esecutivo, che vedrà sovrapporsi una serie di interventi nel tentativo di guadagnare almeno in parte il tempo perso dopo l’interruzione dei rapporti con Clea, che oggi si trova oggetto di una procedura prefallimentare di concordato.

La Rizzani de Eccher lavora intanto alla revisione della parte antisismica, che fu la ragione della bocciatura del progetto di Clea. Da valutare l’incremento dei costi che potrebbe derivarne, anche se il Codice degli appalti prevede che il subentrante non possa pretendere incrementi su quanto pattuito dal primo vincitore della gara.

Sul buon esito dell’operazione peserà ovviamente la variabile della pandemia: le parti sono comunque convinte di poter procedere dopo la fase acuta pure all’interno delle Torri. Resta poi confermata la realizzazione di un Pronto soccorso provvisorio nel piazzale antistante, che consentirà di continuare a garantire la gestione delle emergenze durante il rifacimento del Ps attuale. 


 

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