Maxi sequestro di pesce di contrabbando

Carico da quasi una tonnellata scoperto in un camion frigo fermato a Rabuiese. Avrebbe potuto fruttare fino a 15 mila euro



Pensavano di farla franca, di domenica, in una giornata apparentemente tranquilla. Ma non hanno fatto bene i conti con gli appostamenti ai valichi, anche nei giorni festivi, degli ispettori del Nucleo pesca regionale della Guardia costiera giuliana. Che infatti, l’altra mattina, erano pronti sul confine di Rabuiese a contrastare il flusso, dato in aumento, dei contrabbandieri.

È bastato l’intuito, il primo campanello d’allarme, per capire che in quel camion frigo croato qualcosa non andava: sotto sequestro è finita così quasi una tonnellata di pesce tra gallinelle (425 chili), merluzzi (515) e razze (21) provenienti da un’azienda di Komiza, vicino a Spalato, che commercia per l’appunto pesce. Merce che, in base ai documenti trovati a bordo, risultava venduta a due grossisti del Centro Italia. Ai trasportatori avrebbe fruttato 15 mila euro, se fosse arrivata a destinazione. Si parla infatti di circa 10/15 euro al chilo, per un totale di 963,4 chili. Oltre al mancato guadagno per l’affare andato in fumo, al camionista è stata elevata anche una sanzione di 1.500 euro perché il pescato, in seguito chiuso in una cella frigo del mercato ittico di Trieste, era privo di documentazione che ne attestasse la rintracciabilità e pertanto non commercializzabile ai sensi della normativa comunitaria e nazionale a garanzia della salute dei consumatori.

L’intervento costituisce un risultato esemplare dopo i controlli ai valichi di frontiera che, come detto, in particolare nelle giornate festive, sono stati intensificati negli ultimi tempi dalla Guardia costiera di Trieste, anche a seguito dei numerosi rinvenimenti di prodotti non tracciati nel periodo natalizio in alcuni locali del Friuli Venezia Giulia.

«Grazie a un’attività di intelligence – spiega infatti il maresciallo Nicola Bavila, ispettore comunitario e vicecapo del Nucleo regionale, che ha condotto l’operazione – abbiamo notato un maggiore passaggio di furgoni frigo con prodotti ittici e quindi abbiamo intensificato i controlli al confine durante le giornate festive. E infatti lo scorso weekend ne abbiamo intercettato uno. In quel caso il documento di trasporto del furgone non comprendeva tutti i dati, tra cui il numero di lotto e le informazioni utili al consumatore finale. A ogni modo le indagini non si fermano qui: proseguiranno nei confronti sia della ditta spalatina sia di quelle destinatarie del prodotto».

Ieri mattina, dopo il lavoro della Guardia costiera, sono intervenuti i veterinari dell’Asugi, che hanno iniziato le verifiche - amministrative e sanitarie - sul prodotto sequestrato: l’Azienda sanitaria è infatti l’autorità competente a ricevere il rapporto da parte della Capitaneria ed è inoltre a tale ente che la ditta spalatina dovrà poi saldare la multa. Nel caso risultasse confermata l’infrazione e venisse accertata l’idoneità al consumo umano, il pescato verrà dato in beneficenza.—



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