Maxibonus per gli ambulatori aperti 12 ore

L’accordo sui medici di famiglia incentiva con 45 milioni in tre anni il potenziamento del servizio offerto ai pazienti
È stato finalmente raggiunto l’accordo tra Regione e sindacati sui medici di medicina generale
È stato finalmente raggiunto l’accordo tra Regione e sindacati sui medici di medicina generale

TRIESTE. Incentivi per oltre 45 milioni in tre anni, fino al 2018, con una media di circa 15mila euro lordi all’anno in aggiunta al normale trattamento economico di ciascuno dei mille medici di famiglia del Friuli Venezia Giulia. Incentivi che a regime, in caso di raggiungimento di tutti gli obiettivi fissati, potrebbero costare 20 milioni all’anno.

Sanità più “ricca” a Trieste e Gorizia
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara-Pronto soccorso,il 118

Le cifre si potranno verificare solo con il tempo ma è questo lo stanziamento di massima previsto dalla Regione per “stimolare” i medici ad adeguarsi entro il 2018 alla riforma sanitaria della giunta Serracchiani. I soldi verranno erogati sulla base del numero di assistiti: una media di mille per ogni dottore. È quanto previsto dall’accordo firmato nei giorni scorsi tra l’assessore Maria Sandra Telesca e le rappresentanze dei medici di famiglia: un’intesa che fissa anche i principi applicativi, rendendo obbligatoria la medicina di gruppo, finora praticata su base volontaria.

Il primo bonus, da 3 euro lordi a paziente, è volto a stimolare le Aft, le Aggregazioni funzionali territoriali, che prenderanno forma entro il 2016. Attraverso le Aft gruppi di medici saranno chiamati periodicamente al confronto e alla formazione per omogeneizzare modalità di intervento, prescrizioni e relazioni con ospedale e servizi territoriali. Le Aft metteranno inoltre a disposizione delle Aziende sanitarie le informazioni sui propri pazienti: 20-30mila per ciascuna Aggregazione.

In Fvg protesi dentarie gratis sotto i 15mila euro
Alcuni strumenti odontoiatrici

Il secondo incentivo, da 12 euro ad assistito, riguarda la Mgi, Medicina di gruppo integrata, ovvero la creazione entro il 2018 di una rete di medici di base operanti in un’unica struttura o in studi sparsi sul territorio cui il paziente potrà rivolgersi fuori dagli orari del proprio medico curante. La Mgi sarà costituita da un minimo di sei dottori della stessa Aft e organizzerà anche visite domiciliari, gestione del fascicolo sanitario elettronico e percorsi assistenziali, ricorrendo a una figura di segreteria pagata dall’Ass.

Se gli ambulatori collettivi esisteranno solo nei capoluoghi, nei paesi verrà salvaguardata la capillarità, con sedi diffuse dove i singoli medici saranno in contatto per via informatica. Il bonus era già esistente per la minoranza di dottori oggi operanti in ambulatori condivisi e si riduceva a 7 euro per quelli coinvolti in reti diffuse. Le Mgi resteranno aperte otto ore, invece delle sei previste attualmente. L’incentivo potrà passare da 12 a 15 euro, qualora i medici optassero per un servizio da dodici ore al giorno.

Il danaro servirà ad accelerare il processo di unificazione, mentre ulteriori 500 euro a testa serviranno a finanziare le reti informatiche che i medici dovranno strutturare a proprie spese per rendere disponibili ai colleghi le informazioni sui propri pazienti. In alcuni casi le Mgi potranno fare parte di un Centro assistenza primaria, un poliambulatorio dove i medici di base lavoreranno a contatto con pediatri, specialisti e assistenti sociali.

Allarme povertà, in Fvg il 40% taglia il medico
Un medico intento a scrivere una prescrizione

Il terzo bonus vale infine fino a 8 euro lordi, con un aumento di 5 rispetto all’incentivo precedente, e mira a incoraggiare il raggiungimento di obiettivi regionali riguardanti trattamento e prevenzione di fragilità e malattie croniche, vaccinazioni e screening oncologici, con particolare attenzione alla registrazione del numero e del tipo di patologie sul territorio, importante per elaborare strategie d’intervento generali.

Il presidente della Fimmg Fvg, Romano Paduano, è contento dell’intesa: «A chi critica gli incentivi dico che la riforma ha costi d’applicazione per i medici, i cui compensi sono fermi in Fvg dal 2005. Riforma e accordo hanno creato insoddisfazione negli ospedali, perché parte delle risorse si spostano sulla sanità territoriale, che però è quella con il miglior rapporto costi-benefici».

Telesca precisa: «Non si tratta di un aumento di stipendio, ma di quote riconosciute sulla base di obiettivi raggiunti e quindi del miglioramento del servizio. Chiediamo ai medici di fare molte più cose: una rivoluzione che migliorerà la salute dei cittadini».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo