«Mercurio in spiaggia oltre i limiti»

Lo afferma la Procura nella notifica inviata a Regione, Provincia e Comune. L’area dei dragaggi inquinata da un idrocarburo
Di Giovanni Tomasin

Il mercurio è tossico, sarebbe buona norma evitare che finisca su una spiaggia. Ecco il motivo per cui due giorni fa la Procura di Gorizia ha messo sotto sequestro circa 400 metri della spiaggia antistante Città Giardino. La “notifica di contaminazione” inviata il 9 maggio dal sostituto procuratore Valentina Bossi al Comune, alla Provincia e alla Regione, è cristallina: gli studi effettuati in loco dai tecnici delegati della Procura identificano senza dubbi il metallo che contamina il tratto di spiaggia in questione.

E secondo uno studio realizzato da una società specializzata esiste «un rischio non tollerabile relativamente al suolo superficiale per inalazione outdoor e per ingestione da parte di bambini Pica (soggetti a un disturbo alimentare che porta a ingerire la terra, ndr)». Nel documento la frase è in grassetto, ed è facile capire perché.

La notifica

Il documento inizia informando gli enti che nella campagna di analisi «è stato riscontrato il superamento delle Csc (la "Concentrazione soglia contaminante" fissata nel decreto legislativo 152/2006, ndr) relativamente al parametro mercurio in sette campioni di sabbia, prelevati a varie profondità fino a un massimo di due metri». I campionamenti vengono condotti dall'Arpa con la supervisione di quattro tecnici nominati dalla Procura. In uno dei campioni si riscontra un valore superiore anche a quello fissato dalla legge nella tabella delle Csc sui siti «da bonificare in base alla destinazione d'uso».

Lo studio di Iser

Dati preoccupanti, in seguito ai quali la magistratura consulta una società specializzata in indagini ambientali: la Iser di Trento. Lo scopo è «valutare in via preliminare i possibili rischi (...) e ciò anche in considerazione della particolare utenza che utilizza quei luoghi». La conclusione del documento è il «rischio non tollerabile» riportato più sopra. Non basta. Secondo la Procura, in un documento commissionato dalla Git «si riscontrano superamenti dei limiti anche superiori a quelli riscontrati dagli incaricati della Procura».

L’Istituto superiore di sanità

A quel punto la magistratura richiede un parere all'Istituto superiore di sanità. L'Iss chiarisce che per avere una corretta stima del rischio sanitario, «stante l'accertata presenza di mercurio nel primo metro di spiaggia determinata dall'intervento di ripascimento», sarà necessario procedere con ulteriori esami.

Il ripascimento

La notifica si conclude rilevando che il ripascimento effettuato nel 2013, causa pressoché certa della contaminazione, mancava del parere formale di idoneità della zona di scarico: secondo la legge il parere dovrebbe venir rilasciato da un istituto scientifico pubblico specializzato. «Peraltro si dubita» che la zona di scarico «potesse essere la spiaggia», chiosa il documento. Si sottolinea inoltre la «palese difformità» rispetto alle indicazioni del manuale ministeriale per il movimento di sedimenti marini (Icram). Le analisi dell'Arpa relative al campionamento dei sedimenti nell'area di dragaggio hanno rilevato, si legge, un valore di fenantrene (un idrocarburo) «quattro volte superiore al limite Icram». Nelle stesse analisi si rileva anche un alto valore di mercurio. La Procura sottolinea come non «sia seguita alcuna procedura» prevista dalla legge in caso di risultati analoghi.

La notifica si chiude ricordando che il mercurio è «tra i dieci inquinanti da tenere in particolare riferimento per escludere l'utilizzo di materiali da dragaggio, allorché sia in "quantità, concentrazione o stato chimico-fisico tali da poter compromettere la fruizione delle spiagge e la balneazione"». Al momento l'area è sotto sequestro per trenta giorni.

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