Mezzo secolo di avventure con i “Subacquei triestini”

Il 3 febbraio del 1961 un gruppo di amici diede vita al Circolo Tergeste Sub - Mares, oggi Circolo Tergeste Pesca Sportiva A.S.D., una delle prime associazioni sportive dedicate all’attività subacquea di Trieste. Il gruppo era composto da Antonino Belli, Giuseppe Bollis, Pia Godina, Giuseppe Leuzzi, Luciana Parenzan, Giovanni Mangiagli, Nereo Mari, Giampiero Scriga. Sono passati 55 anni da quel giorno, più di mezzo secolo, e da allora ad oggi il “Tergeste” ha tesserato complessivamente 822 persone, molte interessate “alla pesca subacquea o altre attività legate al mare, e sono rimaste legate al Circolo per lunghi anni, moltissime altre solamente per la frequenza a corsi di apnea o per l’uso di autorespiratori”. Insomma c’è una buona fetta di storia della subacquea triestina negli annali del “Tergeste”, che tra amicizie e collaborazioni ha coinvolto buona parte di quei pionieri del dopoguerra che hanno legato il loro nome ai territori sommersi del nostro Golfo, delle acque istriane e del Quarnero (ai tempi della Jugoslavia), e ai mari più esotici come il Mar Rosso.
Ora la storia di questo sodalizio viene raccontata nel libro curato da Pino Bollis e Gianni Mangiagli “Subacquei triestini - Dal Ci.Te. Sub - Mares al Circolo Tergeste Pesca Sportiva A.S.D.” (pagg. 315, s.i.p.), racconto corale che raccoglie cinque decenni di ricordi, aneddoti, avventure, ma anche dati tecnici che fanno di questo volume qualcosa di più di un semplice “memoir”. Il libro viene presentato domani, alle 17.30, da Giorgio du Ban, al Circolo Triestino della Vela, pontile Istria 8 (ovviamente a ingresso libero), presenti i curatori del volume.
Racconto corale, si diceva, perché ai testi di Bollis e Mangiagli - il primo, oltre che appassionato sub, già giornalista de “Il Piccolo”, il secondo naturalista, documentarista, cineoperatore che annovera collaborazioni con star del calibro di Cousteau e Maiorca - si affiancano le testimonianze di prima mano o di riporto di altri nomi che hanno segnato la storia della moderna subacquea triestina e della pesca sportiva: Romano Spagnoli, Boris Vizzich, Roberto Pertoldi, Sergio Roiaz, Athos Pericin, Lucio Audoli, Paolo Stengel, Milos Iurincic, Walter de Walderstein, Bruno Rossi, Luciano Norante, Walter Cavallini, Corrado Sauro, Renato Canelli, Francesco Mahnic. E ai quali si aggiungono i tanti altri nomi evocati nelle pagine del libro, da Giorgio Cobol e suo figlio Duilio a Corrado Sauro.
Anni pionieristici, dunque, anche se, come ricorda lo stesso Mangiagli, a Trieste l’attività subacquea sportiva prende piede già nell’immediato dopoguerra, “quando le attrezzature subacquee erano state inventate da pochissimo, ma erano sconosciute quasi alla totalità degli italiani”. È il tempo in cui in Italia le tecniche e le attrezzature arrivavano direttamente dagli incursori della Marina militare - come Luigi Ferraro - e da appassionati e geniali esploratori come Duilio Marcante ed Egidio Cressi. Sono loro i fondatori, nel 1948, dell’Unione Sportivi Subacquei, che in seguito animerà la prima scuola ufficiale della subacquea italiana, in seno alla Fips - Federazione Italiana Pesca Sportiva. Sono anni in cui anche a Trieste tutti sperimentano tutto, dalle mute ai fucili subacquei alle attrezzature per fotografare e filmare in immersione. Anni in cui il confine con la Jugoslavia si supera nel nome del comune amore per il mare, nelle gare di pesca transfrontaliera, nelle avventure tragicomiche come il naufragio della barca durante una gara a Lussinpiccolo. Anni di allegre esplorazioni sottomarine ma anche di drammi, come la morte di Franco Ferluga nelle acque della Sardegna nel 1975, o quella di Michele Pinto, anch’egli socio del Tergeste morto in Puglia per sincope da apnea prolungata.
Ricco di fotografie che sono ormai documenti più che affettuose reminiscenze, il libro di Bollis e Mangiagli è uno dei primi, appassionati tasselli della lunga storia che lega i triestini alle profondità del mare.
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