Michele Degrassi in pole per il dopo Snaidero

L’ex numero uno di Finest verso la presidenza di Friulia. Ipotesi Santuz-bis per Fvg Strade. Tesini in corsa per la Paritetica
sterle trieste friulia amministratore delegato degrassi conferenza stampa
sterle trieste friulia amministratore delegato degrassi conferenza stampa

TRIESTE. Pietro Del Fabbro è stato il primo a salire sul nuovo giro di giostra. Ma non sarà l’unico. Alla fermata aspettano Michele Degrassi, Maurizio Ionico, Ferruccio Saro, Roberto Antonione, Leopoldo Coen. E pure Giorgio Santuz , l’unico, probabilmente, che sarà riconfermato da una legislatura all’altra alla guida di una delle più importanti partecipate della Regione.

Snaidero al capolinea

Lo spoil system, per quanto ricondotto al criterio della meritocrazia, non potrà non riguardare nomine targate, in primis quelle di Friulia. La presidenza Snaidero è la prima che salterà. Si va a scadenza e non ci sono chance per l’industriale di Majano che è stato il candidato in pectore del centrodestra nel 2008 e ha poi contribuito alla stesura del programma Tondo.

Degrassi favorito

Non aiuta nemmeno la congiuntura economica che ha visto progressivamente ridursi l’utile di bilancio: già l’anno scorso (+2,4 milioni) Friulia sarebbe andata in rosso senza i 3 milioni arrivati da Autovie Venete. Si cambia, dunque. E il nome più gettonato per il dopo-Snaidero al rinnovo di fine giugno è quello di Degrassi, già vicepresidente di Friulia e presidente di Finest e più recentemente, fine 2012, portavoce dei bersaniani verso le primarie del Pd. Nel 2003 Illy avrebbe voluto l’ex enfant prodige della Quercia nella squadra di governo ma si dovette “accontentare” di averlo nel cda di quella che sarebbe diventata la holding. Nonostante le avance assessorili, Degrassi confermò l’abbandono della politica ed entrò nella stanza dei bottoni delle finanziarie regionali. Il suo, dunque, sarebbe un grande ritorno.

Le voci su Finest

In scadenza a metà 2013 è anche il mandato di Finest. Quello al vertice della finanziaria per l’internazionalizzazione delle imprese sembra un posto disegnato su misura per Roberto Antonione (e le voci, non a caso, puntano in questa direzione), ma al momento non ci sono conferme. Tanto meno del diretto interessato che pure, in campagna elettorale, dichiarò apertamente il suo appoggio per Debora Serracchiani.

Il nodo paritetica

La partita più complessa è però quella della Paritetica. Per la presidenza si continua a parlare di Ferruccio Saro (un altro endorsement da centrodestra il suo). Sarebbe un bis per lo stratega di Martignacco dopo che all’inizio degli anni 2000 fu iperattivo presidente della commissione Stato-Regione: conquistò caserme e beni demaniali, ferrovie, strade ed energia, prima di essere messo alla porta per aver combattuto Alessandra Guerra alle regionali 2003. Ma non c’è solo Saro. Perché un posto nella commissione (la maggioranza ha a disposizione due caselle) lo cerca anche Alessandro Tesini, l’ex presidente del Consiglio uscito dai lavori dell’aula dopo tre legislature. E si fa inoltre il nome di Leopoldo Coen (componente uscente della presidenza Contento), docente di diritto amministrativo all’Università di Udine.

Le conferme

Le società delle strade, invece, si avviano a una doppia riconferma. Emilio Terpin che ha trovato una rapida intesa con Serracchiani, oltre che il rinforzo di un manager esperto come Del Fabbro nel ruolo di vicecommissario per la terza corsia, dovrebbe riconfermarsi uomo per tutte le stagioni. E pure l’ex ministro Santuz si avvicina al prolungamento di incarico alla guida di Fvg Strade. Con un Santuz bis resterebbe a mani vuote un altro pretendente, Ionico, urbanista, esponente del Pd sin dalla fondazione, già area Ds, ex consigliere di Autovie. Ma posti se ne trovano ancora. A Villa Manin, dove Enzo Cainero ha annunciato il passo indietro, a Ersa e Promotur. Non a Mediocredito, invece, dove Giovanni Battista Ravidà, impegnato a redigere il Piano strategico 2013-2016, appare più che mani “blindato”.

Lo stop a Colussi

Una corsa dalla quale sono tra l’altro esclusi i consiglieri regionali uscenti. Nel decreto legislativo dello scorso 8 aprile si chiarisce infatti che ex assessori ed ex eletti non potranno far parte dei cda delle partecipate per non meno di due anni. È il motivo per cui Piero Colussi dovrà restare in panchina ancora per un po’.

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