Milanese: se serve giochiamo solo i play-off

TRIESTE L’ultima occasione di incontro collegiale tra i presidenti di C è stata l’Assemblea del 3 aprile. In quell’occasione la Triestina con Mauro Milanese si era espressa come la stragrande maggioranza dei Club per un annullamento della stagione e per cominciare subito a pensare alle riforme. Sono passate oltre due settimane e sul piano del sostegno economico alle imprese della terza categoria calcistica che rischiano il collasso non si è mosso nulla. Cassa integrazione per i giocatori, contributo alle società o altre forme di aiuto nell’emergenza attendono il decreto governativo che a sua volta attende il Consiglio europeo del 23. Così va il Paese anche in tempi di coronavirus.
Intanto dal cassetto del consiglio direttivo della LegaPro di sabato è uscita (anche se doveva restare riservata) la proposta da presentare all’Assemblea del 4 maggio con la sospensione della C, la promozione delle tre capolista con la quarta affidata ad un fantasioso sorteggio tra le aventi diritto ai play-off. «Il sorteggio per la quarta promossa? Mi sembra un’idea bizzarra. Affidare alla sorte o a un “gioco da tavolo” un posto importante è insensato e poco credibile. Ci sono decine di presidenti che hanno investito milioni, compreso il nostro Biasin, per cercare di ottenere quella piazza».
E sugli altri punti della proposta?
«Il fatto si sospendere il campionato è quanto richiesto dai club il 3 aprile. Se non si vuole azzerare tutto va bene che le tre capolista siano promosse così come si evitino le retrocessioni. Ma le nove promozioni dalla D allargherebbero la platea a 69 squadre con gironi a 23 quando invece l’indirizzo futuro dovrebbe essere la semplificazione».
Il blocco dell’attività sta facendo sprofondare i conti delle società con una grande incognita anche sulla stagione prossima. Quale può essere la strada più razionale da intraprendere?
«L’ho già espresso e lo ribadisco. Ogni giorno che passa per ciascuna società è un rubinetto da cui escono soldi e non entra nulla. I protocolli medici e logistici presentati dalla Figc per A e B sono inapplicabili al momento in C. E allora io dico che non vedo come si possa giocare. Quindi meglio di tutto sarebbe azzerare la stagione, altrimenti si cristallizzi la classifica e in B ci vadano le prime ma mettiamoci subito a programmare il futuro. Più che pensare all’oggi bisogna riprogettare il domani che ci riserverà una minor disponibilità finanziaria di gran parte dei presidenti, minori entrate da sponsor e pubblico visto che almeno nei primi mesi si dovrà giocare ancora a porte chiuse».
Eppure la sensazione è, e lo ha fatto capire anche il presidente federale Gravina, che se la A riparte anche il resto del treno dovrà mettersi in moto per evitare contenziosi.
«Non ritengo questa una priorità per la C ma se proprio dobbiamo tornare in campo in un terzo step dopo A e B giochiamo solo i play-off ed eventualmente i play-out. E facciamolo all’interno di centri sportivi attrezzati come Coverciano. Tra circa due mesi, in venti giorni al massimo, si può chiudere la stagione con un risultato sportivo, si evitano tour de force e trasferte pericolose per la salute degli atleti e dei cittadini. Certo è costoso ma è una mediazione alla quale ci posso stare».
Ma i problemi della voragine tra costi e ricavi resta. E il costo più alto è quello legato a calciatori e staff.
«Intanto bisogna chiudere i conti di questa stagione. Se l’attività riprende i giocatori vanno pagati anche trovando un accordo. Se si sospende il tutto l’accordo deve passare attraverso un intervento dello Stato con la cassa integrazione. La Cig applicata a chi guadagna meno di 50 mila euro lordi è utile ma non risolutiva. Al netto chi guadagna 2.500 euro al mese rientra nella normativa, chi invece dai 2.600 in su è escluso».
Per le società più piccole può andar bene.
«Sì ma relativamente. Nella categoria ci sono oltre 300 calciatori sopra quella soglia. L’integrazione andrebbe estesa magari a scaglioni di ingaggio».
Oltre al presente c’è anche un futuro con tanti dubbi. Molte società non riusciranno ad iscriversi?
«Probabile specie se non si interviene con una riforma che stringa il campo del professionismo. Dallo Stato in emergenza ci si può aspettare qualcosa ma ci sono altre priorità. Ho lanciato l’idea di fare una C d’Elite per avere un miglior prodotto che attragga nuovi investitori e possa aumentare i ricavi di ciascuna società. Il sistema già due mesi fa da era insostenibile. Figuriamoci adesso».
Passiamo a qualcosa di più leggero. Due giorni fa la Triestina ha lanciato un saluto ai ragazzini fermi a casa rassicurandoli sul futuro. Che significato ha questo messaggio?
«Io e Romina (presidente della Victory ndr) abbiamo voluto rassicurarli sulla continuità del progetto alabardato grazie all’impegno di Biasin. Non solo, emergenza permettendo, tutta l’attività giovanile di tutte le squadre riprenderà a settembre ma speriamo di allestire un camp estivo più lungo e più ricco. Di solito lo facciamo a luglio ma se servirà lo organizzeremo ad agosto al Grezar e spero, se il Comune sarà sensibile, al Rocco. È un messaggio di vicinanza ai ragazzi e ai genitori che magari per qualche settimana potranno avere un po’ di più tempo a loro disposizione. Crediamo molto nel ruolo sociale della Triestina e in questa direzione va il nostro impegno verso i più giovani». —
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