Monfalcone, flop Pdl. Cisint per rimontare insegue gli astenuti
L’esponente del centrosinistra Altran, in vantaggio al primo turno, cerca un accordo tutt’altro che scontato con Sel

MONFALCONE. Silvia Altran e Anna Maria Cisint, le due candidate sindaco di Monfalcone, non perdono tempo: il 29 maggio, data del ballottaggio, è assai vicina. E i tempi sono strettissimi sia per garantirsi qualche apparentamento sia per convincere i potenziali sostenitori delusi, quelli che hanno disertato la prima tornata delle comunali (mai così tanti, 7000 addirittura, un terzo dell’elettorato) a presentarsi alle urne per la sfida finale.
Anna Maria Cisint deve colmare un gap di 6 punti percentuali rispetto alla sua avversaria (41,6 contro 35,5%). Dovrà giocare su due fronti: appello agli elettori del centrodestra rimasti a casa domenica e lunedì scorsi, ma anche tentativo di convogliare su di sè quanti più voti possibile della lista di Luigi Blasig “Cambiamo Monfalcone” e del Nuovo Polo, un bottino del 13% che potrebbe consentirle il sorpasso. Parlare di un apparentamento con Blasig al momento sembra prematuro viste le rigide richieste e garanzie che l’ex sindaco socialista intende porre alle candidate. Ma Cisint deve anche cercare di riconquistare i potenziali elettori del Pdl, il partito che più d’ogni altro ha perso i pezzi in questa consultazione riducendosi a una percentuale (il 18,4) che non ha precedenti a Monfalcone.
Il partito, che ha accusato il colpo, si ritroverà già questa per analizzare la situazione e serrare le fila: un summit vero e proprio, con i vertici regionali e provinciali, da cui si spera escano proposte operative più che “rese dei conti”. Anna Cisint, dal canto suo, punta a trasformare questa corsa al ballottaggio in una sorta di «laboratorio politico dalla quale scompaiano i simboli di partito. Vogliamo far comprendere ai monfalconesi che hanno l’occasione, forse unica, di imprimere una svolta alla città: innovazione contro conservatorismo, sviluppo contro immobilismo. Qui non c’entrano più le tessere di partito. C’è da decidere il futuro di questa città».
Silvia Altran da questo punto di vista sta decisamente meglio. È in vantaggio e non ha molto da lamentarsi del risultato raggiunto dalle liste che l’hanno appoggiata. Il Pd, è vero, qualcosa ha pagato in termini di voti (-7% rispetto alle politiche 2008) ma non ha subito una disfatta. Altran cercherà per prima cosa un riavvicinamento, dopo le polemiche per le mancate primarie, con Sinistra Ecologia e Libertà che potrebbe garantirgli il passaporto per il Municipio. Ieri sera il vicesindaco uscente ha avuto un primo incontro con Giovanni Iacono dall’esito che appare tutt’altro che scontato.
Per quanto riguarda i dettagli delle preferenze, nelle elezioni comunali in cui a Monfalcone a vincere è stato il partito dell’astensione (successo senza precedenti con settemila voti), a vedersi ridimensionato in modo clamoroso è stato soprattutto il Popolo della libertà, passato nel giro di qualche anno da prima forza politica cittadina a una percentuale - 18,4 - che lo vede staccato di ben 9 punti dal Pd. Nel 2006, alle precedenti comunali in cui Forza Italia e An correvano separate, i due partiti misero insieme il 26,2%. Nel 2008, alle politiche, a Monfalcone il Pdl superò il 34%: a tre anni di distanza il 16% in meno, una debacle che neanche i più pessimisti esponenti pidiellini si sarebbero aspettati.
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