Monfalcone, il caso della guardia medica: abolito il servizio notturno

Dalle 19.30 alle 8 ricoveri dirottati. In subbuglio gli infermieri per la carenza di organico. Oggi in Commissione a Trieste la “sentenza” sull’automedica. Presidio del centrodestra
Il presidio del centrodestra a Monfalcone
Il presidio del centrodestra a Monfalcone

MONFALCONE Fiato sospeso per l’automedica. Oggi è il giorno della verità, decisivo per conoscere il destino del mezzo di soccorso. È in calendario, infatti, la seduta della III Commissione regionale che, salvo sorprese, dovrebbe decidere formalmente l’impegno al mantenimento del presidio d’emergenza in posizione baricentrica (città dei cantieri o Gradisca), come preannunciato dal capogruppo del Pd Diego Moretti.

Occhi puntati, dunque, su piazza Oberdan, dove stamattina però si daranno appuntamento - armati di striscioni - anche i comitati di Gemona e Grado, Lega, Forza Italia, Pensionati e Fratelli d’Italia, oltre all’associazione Monfalcone domani con Anna Cisint, che annuncia un sit-in di contestazione della riforma Telesca, per la salvaguardia della sanità. E mentre il tema infiamma politica e cittadini, un’altra grana s’insinua: l’abolizione delle guardie mediche notturne internistiche nelle Medicine interne degli ospedali di Gorizia e Monfalcone.

Piano emergenze, la protesta sotto il Consiglio Fvg

Come si apprende dal decreto 474 dell’Aas 2 Bassa Friulana-Isontina, infatti, la sospensione sperimentale del servizio, introdotta nel capoluogo il 1° luglio 2014 e al San Polo il 1° agosto dello stesso anno, diventa «definitiva». Pertanto «l’orario di lavoro del personale della dirigenza medica operante nelle strutture sarà articolato nelle 12 ore diurne, mentre secondo gli appositi protocolli per la gestione delle emergenze/urgenze nelle ore notturne l’assistenza medica sarà garantita dal personale dirigente afferente ai servizi dell’emergenza». Tradotto: dalle 19.30 alle 8 non si effettueranno ricoveri nelle Medicine interne. Circostanza che, stando al segretario regionale della Funzione pubblica Cisl, Massimo Bevilacqua, in realtà alleggerisce il carico di lavoro di infermieri e oss nel reparto, i quali tuttavia attualmente si trovano a operare in condizioni di «estrema difficoltà». Addirittura «sotto i numeri minimi di personale», come denuncia il sindacato. Tant’è - caso concreto alla mano - che «la scorsa settimana, in turno pomeridiano, si è dovuto dirottare un infermiere professionale da Monfalcone a Gorizia» per la carenza di organico. Questo a dire che la famigerata coperta è diventata corta, anzi cortissima

Non solo: infermieri e oss, in particolare nel capoluogo «sono in subbuglio, pronti a lanciare una raccolta-firme per chiedere la mobilità di massa». Insomma, personale in fuga dalla Medicina interna «per l’elevato rischio di incappare - come sottolinea Bevilacqua - in conseguenze penali a causa di errori riconducibili al proprio operato in condizioni di lavoro sottosoglia». Tornando al nuovo modello organizzativo dell’Aas 2, come si diceva per il personale non ci sono grandi contraccolpi, limitatamente alla strutturazione del servizio. E per il cittadino? Cosa avviene in caso di ricovero notturno? «Anche in questo caso il nuovo corso incide poco - replica Bevilacqua - perché il paziente viene ricoverato nel reparto di Emergenza, dove trova un medico che interviene sul territorio e un medico rianimatore». Sì, ma in caso di contemporaneità - sempre in fascia notturna - di urgenze, con un medico costretto a precipitarsi su un luogo di incidenti e l’altro in assistenza in paziente? «Se parliamo di contemporaneità di interventi - replica il sindacalista Cisl - allora è un altro paio di maniche: è chiaro che quando si taglia e razionalizza i servizi si espone sempre il fianco a carenze».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo