Monfalcone, indagini chiuse sui 290 mila euro spariti della Canottieri Timavo: avvisi agli indagati

MONFALCONE Chiuse le indagini in relazione alla sottrazione di un contingente di denaro dalle casse sociali della Canottieri Timavo. L’importo in questione era stato quantificato in circa 290 mila euro, nell’arco di almeno quattro anni.
La vicenda inquirente si colloca nel 2019. La Procura di Gorizia ha ora quindi completato la fase preliminare e sono in corso le emissioni e le notifiche in ordine all’avviso di conclusione delle indagini alle parti interessate.
Ciò quindi in base all’articolo 415 bis del Codice di procedura penale che contempla la relativa comunicazione agli indagati. In questa fase, «se il pubblico ministero non formula richiesta di archiviazione, fa notificare alla persona sottoposta alle indagini e al difensore l’avviso che, come recita il dispositivo, contiene la sommaria enunciazione del fatto per il quale si procede, delle norme che si assumono violate, della data e del luogo del fatto, con l’avvertimento che la documentazione relativa alle indagini espletate è depositata presso la segreteria del pubblico ministero e che l’indagato e il suo difensore hanno facoltà di prenderne visione e richiederne copia».
L’indagato ha facoltà, entro il termine di venti giorni, di presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, nonché chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, come pure di essere sottoposto ad interrogatorio.
Il tutto pertanto in attesa di quanto previsto, al quale seguirà la decisione della Procura nel formulare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
Quanto alle ipotesi di reato in questa fase permane il riserbo, sostanzialmente nel rispetto dell’avvenuta notifica alle parti interessate.
L’ipotesi dovrebbe riguardare l’appropriazione indebita, tuttavia, il procedimento va inquadrato nel contesto dei fatti ricostruiti nell’indagine nello stabilire gli effettivi profili di responsabilità.
Nella vicenda era stata considerata una persona, Cinzia Cantarutti, che era deceduta qualche giorno prima della segnalazione inoltrata alla Procura dal presidente della nota e blasonata Canottieri Timavo. Tutto era partito a fine gennaio 2019, quando il presidente Lorenzo Lorenzon s’era rivolto alla Guardia di finanza circa l’ammanco dei 290 mila euro, un paio di migliaio di euro erano stati invece recuperati a fronte della statuizione di un “patto” di rientro che sarebbe stato firmato nel marzo 2018 dalla presunta responsabile, individuata, come segnalato da Lorenzon, nella “tesoreria” triestina della società, con ciò non escludendo eventuali altri responsabili, come ha a questo punto individuati dalla Procura alla luce dell’avviso di conclusione delle indagini.
Resta il fatto che alla visione delle “carte” spetta alle parti raggiunte dalla notifica produrre documentazioni e proporre istanze. Una situazione “in fieri”, soggetta a ulteriori sviluppi, a fronte della possibilità da parte dei difensori di chiarire e sostenere elementi a favore degli indagati.
Allora, poco prima della segnalazione alla Gdf, il presidente aveva reso noto l’ammanco in questione al resto del direttivo, verbalizzato durante un’apposita riunione. Secondo Lorenzon, i dubbi erano scaturiti dal «rinvenimento di alcune fatture emesse da aziende che avrebbero operato per la società» ritenute «non del tutto conformi». Nell’assumere informazioni, attraverso le banche, come riportato nel verbale della riunione, erano «emersi documenti incongrui». E «beneficiario delle fatture risultava il tesoriere», era quanto riportato anche nella denuncia alla Gdf. Essendo deceduta, tuttavia, evidentemente non era stato possibile acquisire la sua versione dei fatti.
La segnalazione alla Guardia di finanza da parte del presidente Lorenzon era contro ignoti, nel chiedere di far chiarezza e indagare al fine di capire se vi fossero altre e ulteriori responsabilità. Rimane dunque ancora una fase “blindata” circa l’effettiva ricostruzione assunta dal pubblico ministero ed i relativi profili di reato, dovendo pertanto attendere il momento in cui la Procura formulerà le eventuali richieste di rinvio a giudizio.
La Canottieri Timavo è sempre stata, come del resto lo è tuttora, una società di punta nel panorama sportivo del territorio, la più antica delle associazioni attive a Monfalcone. Stella d’oro al merito del Coni, quest’anno ha tagliato il traguardo del secolo di vita, fucina di atleti, perfino di livello mondiale.—
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