Monfalcone, la Società mutuo soccorso festeggia 140 anni di solidarietà

Fondata dal conte Valentinis, fautore dell’omonimo canale, domenica 28 marzo celebra il traguardo. Il virus annulla la festa non il ricordo. È stata la culla de La Cantada
L’attuale presidente del sodalizio Sergio Poian
L’attuale presidente del sodalizio Sergio Poian

MONFALCONE. C’è l’uomo e poi c’è il resto. Il genio istintivo, il visionario, chi sa proiettarsi più in là della propria ombra.

In città lo si ricorda per aver inventato il canale navigabile e fortissimamente voluto il raccordo ferroviario tra Panzano e Ronchi, un’intuizione folgorante per l’epoca, pur giunta postuma. Non tutti sanno, però, che come mecenate Eugenio Valentinis, conte e podestà di Monfalcone, gettò il primo mattone della Società di mutuo soccorso, fondandola 140 anni fa.

E questo, in giorni di ricorrenze sontuose, come il Dantedì e le prime 1.600 candeline di Venezia, è, nelle debite proporzioni e nel piccolo mondo monfalconese, un anniversario coi fiocchi. Nel ricco tessuto associativo, infatti, la Mutuo soccorso s’impone come il più antico e popolare dei sodalizi. Longeva, non c’è che dire, ma pure in salute. Le si devono, tra le altre cose, l’inaugurazione della prolifica Cantada e delle celebrazioni di Sant’Antonio, ora Festa del vino: due delle kermesse più care ai bisiachi. L’anniversario scoccherà domani. Ma niente party, c’è il Covid.

L’anniversario, tuttavia, è spunto per ricordare altresì la figura del conte, fondatore e primo presidente, discendente di quei Nicolò ed Enrico de’ Valentinis che all’ombra della Rocca, nel 1355, furono capitani. Un legame non banale con questa striscia di terra stretta tra golfo e Carso.

Di Eugenio si sono perse le tracce fisiche, letteralmente. Nel trasloco, quarant’anni fa, delle salme dal cimitero della Marcelliana al nuovo camposanto di Aris, le ossa del povero conte, che nell’insormontabile impresa di svoltare il destino economico di Monfalcone attraverso il canale navigabile ci rimise la salute, si persero per sempre. Niente resti né tomba monumentale. Una macchia indelebile: Valentinis sta a Monfalcone come i Gonzaga a Mantova.

Così di lui resta solo un’effigie, custodita gelosamente nella sede della Mutuo. Il conte Eugenio, oltre che lungimirante, uomo di larghe vedute, fu anche generoso: vendette terreni di famiglia per aiutare i concittadini e donò al Comune la sua villa, l’ex Albergo Roma.

Forse anche per questo l’aiuto ai meno fortunati è nel dna della Società, le cui iscritte oggi aiutano i neonati prematuri confezionando mini abiti in pregiata lana, altrimenti irreperibili. Ma è solo un esempio dell’operosità dei soci.

Al civico 26 di via Barbarigo il conte veglia dall’alto: il suo busto in bronzo è esposto in bella vista. Ma nei locali si conservano, in un baule verniciato d’azzurro, quasi un forziere dei pirati, altri reperti. Come l’atto costitutivo originale della Società monfalconese di Mutuo soccorso, datato appunto 28 marzo 1881. O lo statuto e inno. Oltre al conte Valentinis, primo presidente, che 23 anni dopo avrebbe inaugurato il canale omonimo, tra i soci fondatori Antonio Tamburlini, Giacomo Ricci, Luciano Gordini e Giobatta Settomini.

Lo statuto all’articolo 1 precisava che la società doveva trovare base collante nell’unione e scopo nel mutuo soccorso. Materiale, intellettuale e morale. Poi si proponeva di aiutare i soci che, per malattia, dovevano abbandonare l’occupazione. Come? Corrispondendo loro una pensione in base al capitale raccolto tra gli affiliati. Quindi il mandato a contribuire al benessere spirituale degli iscritti con «trattenimenti e letture sociali».

Già nel 1890 la società aveva raggiunto un capitale di oltre 7000 fiorini, cifra ragguardevole per l’epoca (oggi più di mezzo milione di euro), con ben 137 soci. La società, attraverso, il dottor Luigi Fonda, fu quindi fautrice ante literram di una Cassa mutua, cioè una convenzione per l’assistenza medica ai soci. Nel ruolo si avvicendarono medici illustri come Carlo Tirone e Vittorio Fasola.

«In anni più recenti – ricorda il presidente Sergio Poian – l’attività si è estesa a biblioteca, gite sociali, borse di studio per i figli meritevoli dei soci e infine a iniziative culturali e ricreative. Tra cui, dal 1957, la Festa di Sant’Antonio e la Mostra del Vino, tuttora in vita. Ma la Mutuo Soccorso aveva contribuito ad allestire, dagli ultimi anni del 1800, pure la Cantada del martedì grasso, ideata da Angelo Paolini, portalettere noto come sior Anzoleto Postier, evento dal 1963 alle redini della Pro Loco».

«Anche la rivista umoristica “La Cantada” – prosegue – era nata nel 1955 nelle stanze della Mutuo e 3 anni dopo, assieme a Pro Loco e Circolo filarmonico, partì il Festival della canzone nuova al teatro Azzurro». «Si può quindi dire – sempre Poian – che l’attività non sia mai venuta meno da quel 28 marzo 1881, tranne negli anni della Grande guerra».

La volontà è di festeggiare degnamente il traguardo dei 140 anni, con le 20 consorelle in Regione. Ma di traverso si è messo il Covid. Il direttivo non demorde: «Non faremo l’anniversario domani – conclude il presidente –, ma con l’aiuto dei vaccini la festa si farà entro l’anno».

Anche perché, nella sede di via Barbarigo, il busto del conte Valentinis, con lo sguardo severo e i folti baffoni, guarda dall’alto tutti i soci e, s’immagina, non accetterà scuse: se lui è riuscito a fare il canale, i soci sapranno senz’altro dribblare il virus.

Riproduzione riservata © Il Piccolo