Monfalcone, le ville del cantiere festeggiano i loro primi cento anni

Ritrovo in via Brindisi dove si affacciano alcune palazzine del 1923 

La villa al civico 18 di via Cosulich: dovrebbe essere la prima progettata nel 1921. Foto di Katia Bonaventura
La villa al civico 18 di via Cosulich: dovrebbe essere la prima progettata nel 1921. Foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Il Primo maggio quest’anno sarà anche la festa delle “ville degli impiegati” del cantiere navale di Monfalcone. L’iniziativa parte da un gruppo di residenti, che hanno preso come riferimento una tra le prime palazzine edificate, nel 1923, in via Brindisi, dove non a caso si terrà l’evento, dalle 11, e che per l’occasione sarà chiusa al traffico.

I residenti hanno trovato al proprio fianco il Comune di Monfalcone e l’Associazione per Panzano nella realizzazione dell’iniziativa che vuole ricordare i 100 anni di vita della piccola borgata, compresa tra le vie Bari, Brindisi, Perugia, Bonavia, Rossini, via Callisto Cosulich e viale Oscar Cosulich. A differenza del primissimo nucleo del rione operaio di Panzano le “ville degli impiegati”, progettate in un’area più lontana dallo stabilimento, oltre l’asse ora molto trafficato di viale Cosulich, iniziarono a sorgere solo dopo il primo conflitto mondiale.

La foto della costruzione delle ville, fine anni Trenta, attinta dall’Archivio della fototeca de Ccm. Le ville del cantiere costituiscono un borgo a sé stante rispetto alle case degli operai costruite per ovvi motivi più vicino al cantiere. Delle ville colpisce la presenza in alcune della torretta dalla quale i dirigenti potevano osservare l’andamento dei lavori in cantiere.
La foto della costruzione delle ville, fine anni Trenta, attinta dall’Archivio della fototeca de Ccm. Le ville del cantiere costituiscono un borgo a sé stante rispetto alle case degli operai costruite per ovvi motivi più vicino al cantiere. Delle ville colpisce la presenza in alcune della torretta dalla quale i dirigenti potevano osservare l’andamento dei lavori in cantiere.

Il progetto dell’edificio di via Cosulich 18 è del 1921 ed è presumibile abbia visto la luce l’anno successivo, mentre alcuni edifici di via Bonavia furono completati nel 1926. Tutti furono realizzati secondo il Piano regolatore e i progetti dell’ingegner Dante Fornasir (1882-1958), al tempo responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Monfalcone nonché direttore dell’Associazione edile di pubblica utilità, al cui ultimo direttore, Gastone Padovan, sarà consegnato un riconoscimento, del cantiere navale ancora governato dai Cosulich. A parlare delle ville ci saranno i tecnici che, come l’ingegner Edino Valcovich, hanno contribuito in questi anni alla salvaguardia e valorizzazione del quartiere operaio e del complesso delle ville in cui è inserito l’ex Albergo impiegati, ora Europalace hotel e sede della Porta di Panzano, la cellula dell’Ecomuseo Territori creata per raccontare le figure del fotografo Giovanni Cividini e dell’anatomopatologo Claudio Bianchi ed essere punto di partenza delle visite attraverso il rione fino al MuCa.

Interverranno il sindaco Anna Cisint e l’Associazione per Panzano, ma, al di là dell’ufficialità, l’obiettivo dei promotori è quello di far incontrare vecchi e nuovi residenti. «Ci sono ancora degli appartenenti alle famiglie che si insediarono negli anni ’20 e diversi nuovi nuclei trasferitisi qui», spiega Franco Braida, che abita in via Brindisi. Tant’è che a concludere la mattinata ci sarà il “brindisi del centenario”, seguito dalla “pastasciutta campale”, gioco a premi e intrattenimento, oltre alla consegna di riconoscimenti agli abitanti di più vecchia data. I residenti sono stati già invitati, dagli avvisi distribuiti casa per casa, a contribuire con qualche prodotto enogastronomico, oltre a comunicare la propria adesione entro mercoledì.

La festa dell’1 maggio sarà in ogni caso l’occasione anche per sottolineare l’unicità del complesso residenziale. Se la tipologia delle costruzioni destinate alla manodopera operaia si standardizzò presto, le ville continuano a sorprendere per la varietà delle loro architetture, in una mescolanza, come ha ben scritto l’ingegner Valcovich, che «può essere riferita agli approcci propri dell’eclettismo architettonico: si ritrovano citazioni riconducibili al gotico veneziano, al liberty, al neoclassico, al barocco, in un insieme rassicurante ma estraneo ai segni del moderno, che all’epoca si stava diffondendo». Costruzioni di grande metratura, che hanno necessitato e continuano ad avere bisogno di manutenzioni, anche importanti, le “ville” per il Comune non sono abitazioni di lusso. Una scelta operata per agevolare i proprietari nel salvaguardare un patrimonio così prezioso sotto il profilo urbanistico. —

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