Montecarlo Yacht, piano bloccato da sei tralicci dell’alta tensione

Grido d’allarme del direttore generale dell’azienda monfalconese Fabrizio Iarrera: Terna non procede all’interramento delle linee elettriche nonostante le autorizzazioni ricevute
Di Giulio Garau
Bonaventura Monfalcone-05.05.2012 Montecarlo Yachting-Ex Sea ways-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.05.2012 Montecarlo Yachting-Ex Sea ways-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Il colosso della nautica Beneteau, cui fa capo la Montecarlo Yachts, ha rilevato l’ultramoderno stabilimento di costruzioni nautiche della Seaway, che era in difficoltà, salvando quest’ultima da una pericolosissima crisi economica e finanziaria, e ha acquistato un terreno a fianco dello stabilimento per allargare la propria produzione a Monfalcone. Ma ha anche acquistato un terreno oltre al canale per realizzare un nuovo cantiere e ha pure depositato al Consorzio industriale una cauzione di 800mila euro per dimostrare la serietà delle intenzioni e la volontà a dare nuovo lavoro e sviluppo all’area nel settore navalmeccanico di alta gamma.

Ma attualmente l’ambizioso piano non può andare avanti perché, come era stato promesso, Terna non demolisce i tralicci dell’alta tensione sostituendoli con una linea interrata.

È una situazione che ha del paradossale quella che sta vivendo la Montecarlo Yachts, del gruppo Beneteau, che ha scelto Monfalcone per fare il suo centro europeo di produzione di barche e megayachts.

In un momento di gravissima crisi, burocrazia e incomprensibili ritardi ostacolano una delle poche aziende che sta lavorando e investendo per dare sviluppo e almeno «2-300 nuovi posti di lavoro» oltre a quelli già esistenti oggi, a Monfalcone nel canale Est-Ovest, sede del Polo nautico monfalconese.

A spiegare la situazione in una lettera (che porta la data del 26 marzo) è il direttore generale della Montecarlo Yachts, ingegner Fabrizio Iarrera. La missiva è indirizzata alla Regione (vicedirettore generale e direttore del servizio energia Pietro Giust), al Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone, che gestisce le aree industriali del Lisert, e a Terna, società di gestione delle reti elettriche italiane. Iarrera spiega anche che nel dicembre 2011 Terna è stata autorizzata (dopo la Conferenza dei servizi) alla costruzione e all’esercizio di un elettrodotto “in cavo interrato”. Ma pur essendo a conoscenza delle autorizzazioni di Terna che potrebbe procedere con le opere, «non abbiamo - spiega Iarrera - informazioni in merito al piano dei lavori». Insomma, buio totale sulle date e soprattutto sulle modalità di intervento per demolire i ben sei tralicci che occupano entrambi i terreni di proprietà.

E il direttore generale della Montecarlo spiega mettendo in evidenza la situazione e la fretta che ha il gruppo nel voler proseguire nell’attività. «Nonostante il periodo di evidente difficoltà industriale e la conseguente crisi occupazionale che sta colpendo il territorio nazionale - scrive Iarrera - la nostra società sta effettuando considerevoli investimenti che ci permettono di mantenere un ruolo di leader nel mercato internazionale della nautica da diporto».

Poco dopo il direttore parla dei progetti e del business plan: richiesta di autorizzazione per la costruzione di un nuovo fabbricato di tremila metri quadrati a fianco della ex Seaway dove saranno realizzate attività di finitura e collaudo degli yachts oltre a un bacino di alaggio e varo.

Si parla di due nuove linee di montaggio con la creazione di circa 100 nuovi posti di lavorio tra 2012 e 2014. Ma è soltanto il primo intervento propedeutico al secondo che prevede «l’industrializzazione del terreno di nostra proprietà sull’altra riva del canale Est Ovest per la realizzazione di un secondo stabilimento produttivo. Prevediamo una ricaduta occupazionale di circa 200 posti di lavoro nell’arco delle stagioni tra 2014-2016». Ma è tutto bloccato dalla presenza dei tralicci.

«Il piano di completamento dei lavori da parte di Terna - conclude Iarrera - ha pertanto impatto di assoluta importanza sul nostro progetto di sviluppo industriale, il cui rilievo, oltre che per la nostra società e per il nostro indotto, potrebbe dar vita a Monfalcone ad un polo nautico di eccellenza internazionale per la nautica da diporto».

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