Monumento di Cerje Dalla Grande guerra a simbolo di pace

Sabato l’inaugurazione alla presenza del presidente Pahor Napolitano: «Progetto che rafforza i legami transfrontalieri»
Di Stefano Bizzi

Sarà inaugurato sabato e verrà aperto al pubblico a partire da ottobre il grande monumento di Cerje che da sopra Merna domina da anni la pianura Isontina e al cui interno è stata allestita la mostra multimediale permanente sulla Grande guerra. Sarà qui che le realtà aderenti al progetto di cooperazione transfrontaliera “Via della pace-Pot miru” celebreranno la Giornata mondiale della pace.

Da Cerje il panorama è straordinario. Non a caso i progettisti del grande parallelepipedo dedicato ai difensori del territorio sloveno, all’ultimo piano, hanno disegnato sui quattro lati delle grandi fessure orizzontali. Le vetrate, in qualche modo, ricordano le aperture di una garitta e lasciano al visitatore la possibilità di abbracciare con lo sguardo tutto il territorio della provincia di Gorizia e della valle del Vipacco. Gli occhi corrono dal Golfo di Panzano all’altopiano di Tarnova per poi perdersi all’orizzonte sulle Alpi Carniche - ieri già imbiancate di neve -. Nei piani inferiori le sale ospitano diversi schermi su cui vengono raccontati in quattro lingue (sloveno, italiano, inglese e tedesco) gli avvenimenti bellici, a partire dalle Battaglie dell’Isonzo.

Nonostante l’altisonante dedica ai difensori del territorio sloveno, il monumento vuole essere un luogo di convivenza. Per questo per il taglio del nastro è stata scelta la Giornata mondiale della pace e per questo all’inaugurazione era stato invitato anche il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano. In un messaggio inviato al presidente della Provincia Enrico Gherghetta, il capo di Stato ha espresso il proprio rammarico per non poter essere presente, aggiungendo a proposito del programma “Via della Pace-Pot Miru” parole di lode: «Ho avuto modo di esprimere il mio apprezzamento per il progetto che intende dar vita ad un circuito transfrontaliero unico sulla grande guerra e sono certo che anche questa iniziativa contribuirà a rafforzare i legami tra il nostro Paese e la Slovenia, che, traendo lezione dagli errori del passato, hanno ormai intrapreso un comune cammino europeo».

Mancherà Napolitano, ma come annunciato nella presentazione di ieri mattina, alla cerimonia parteciperà il capo di Stato sloveno Borut Pahor. «Fino alla Prima guerra mondiale non c’era un confine nel territorio Goriziano – ha ricordato la vicepresidente della Provincia Mara Cernic -, ha cominciato ad esserci allora. Oggi che siamo tutti parte dell’Europa, anche se si continuano a parlare lingue diverse, l’augurio è che il Carso possa essere nuovamente un unico territorio».

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