La denuncia: «Mia madre morta a causa del batterio preso in ospedale a Trieste»
La 92enne è stata ricoverata a Cattinara per una caduta e ha contratto il Clostridium difficile. La filglia ha presentato un esposto ai carabinieri. Asugi: avviata un’istruttoria

Ricoverata all’ospedale di Cattinara dopo una caduta, una 92enne triestina fino a quel momento autonoma e in buona salute, in poche settimane è deceduta – stando alla denuncia presentata ai Carabinieri di via Hermet dai familiari – a causa di un’infezione da Clostridium difficile. La figlia dell’anziana ora vuole venga appurato se ci sono delle responsabilità precise per la morte di sua madre, se siano stati adottati tutti i presidi necessari affinché la donna non contraesse il batterio, o se invece ci siano state delle negligenze e quindi si tratti di malasanità. In quel caso, si potrebbe configurare il reato di omicidio colposo. Da qui la denuncia all’Arma.
Ripercorrendo la testimonianza raccolta nei verbali dei Carabinieri, il 18 ottobre scorso l’anziana, che abitava al piano superiore della figlia, era caduta alzandosi dal letto e si era ferita al capo. Immediatamente soccorsa dalla figlia, che è un medico, era stata trasferita dal 118 all’ospedale di Cattinara e ricoverata al decimo piano della Torre medica.
«Avevo insistito per riportarla a casa e accudirla tra le mura domestiche – spiega la figlia, che chiede l’anonimato a tutela dei dati sanitari sensibili della madre – ma mi è stato spiegato che la caduta aveva coinvolto il bacino, che non poteva caricare sulla fascia sub-lombare per circa 20 giorni e che senza un materasso ad aria non era possibile gestirla».
L’anziana era stata sistemata in una stanza con altre tre pazienti. «Il giorno successivo, come ho messo piede nella camera – riferisce la figlia – il personale mi ha invitato a non toccare nulla, a indossare dei presidi perché era tutto infetto: una delle pazienti aveva contratto il Clostridium difficile, e dopo due giorni purtroppo è deceduta».
La donna assicura che «mia madre nei primi giorni del ricovero presentava ottime funzionalità vitali, parlava, mangiava con gusto e non faceva presagire alcun problema psico-fisico». Con il passare dei giorni, invece, «ha cominciato ad avere sempre meno appetito e ad incanalarsi in una parabola discendente di condizioni psico-fisiche che mi hanno fatto preoccupare».
Dopo circa due settimane, per la 92enne è stato deciso il trasferimento all’ospedale di comunità all’Itis «per un percorso di riabilitazione – così la figlia – non assecondando ancora la mia volontà di portarla a casa. Mia madre a quel punto non era più presente con la testa e dormiva sempre». Dopo due giorni di ricovero nell’ospedale di comunità di via Pascoli, «andando a trovarla – ricorda la figlia – non l’ho trovata in stanza: l’avevano messa in isolamento perché trovata positiva al Clostridium difficile».
Da quel momento la situazione è precipitata, tanto che il 15 novembre la donna è stata trasferita nuovamente al Pronto soccorso di Cattinara, già in coma e «poche ore dopo è spirata», denuncia la figlia. Che a questo punto inevitabilmente si pone una serie di quesiti: «Come mai a fronte di una paziente infetta in camera, mia madre, persona tra l’altro fragile anche per una questione di età, non è stata messa in isolamento? Sono stati somministrati i farmaci necessari? Sono stati adottati i presidi corretti?». Insomma, quella morte era evitabile? O la donna è una vittima della malasanità?
Tra l’altro, stando in quella camera dell’ospedale di Cattinara, «era evidente che mia mamma potesse aver contratto il batterio: quando è stata trasferita all’ospedale di comunità all’Itis – si chiede la figlia – il personale ne era a conoscenza? È stata messa a rischio la salute di altri pazienti anziani e dunque fragili?».
Oltre ad aver formalizzato la denuncia ai Carabinieri, la figlia ha presentato anche un reclamo all’Urp, che Asugi conferma di aver registrato. «Abbiamo avviato l’istruttoria – così l’Azienda – e una volta ultimata invieremo al reclamante la risposta, come previsto dal Regolamento di pubblica tutela». —
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