Morto a 78 anni Romano Vlahov

Ha destato emozione a Duino Aurisina la scomparsa di Romano Vlahov, imprenditore e politico triestino, stroncato a Milano da un male che lo aveva colpito pochi mesi fa. Nato nel 1940 da famiglia di orgogliose origini dalmate, più precisamente di Provicchio, isola dell’arcipelago di Sebenico, Vlahov aveva da subito dato alla sua vita un’impronta avventurosa, dedicandosi alle attività attinenti alla portualità. Dopo aver vissuto a lungo in Sud Africa, Vlahov era rientrato e aveva scelto come dimora Visogliano, località in cui aveva abitato per moltissimi anni e che aveva abbandonato solo di recente, per stabilirsi alle isole Canarie. Nel corso della sua esistenza aveva trovato tempo anche per fare la comparsa nel famoso film “I Cannoni di Navarone”. Ma le sue fortune imprenditoriali sono legate soprattutto all’import export, attività favorita anche dal fatto che parlava correntemente l’inglese e il greco.
Deciso anche il suo impegno politico: da giovanissimo aveva partecipato, nel ’53, alle manifestazioni per l’italianità di Trieste. A Sistiana aveva fondato, assieme ad altri, la locale sezione del Movimento sociale italiano, passando poi, anni dopo, nelle file dell’Udeur di Mastella, arrivando a candidarsi quale sindaco nell’elezione del 2007, al termine della quale fu Giorgio Ret a vincere. Per quella legislatura Romano Vlahov fu consigliere comunale.
Qualche anno fa si era dedicato anche alla stesura di un libro intitolato “E adesso vi racconto”, una biografia che comprendeva la prima parte della sua vita, al quale avrebbe dovuto seguirne un altro, ma che non ha fatto in tempo a completare.
«Era un grande uomo – dice di lui l’amico e compagno di tante battaglie politiche, Stelio Codan –. Ci siamo sentiti spesso anche dopo la sua partenza per le Canarie e la cosa che più lo tormentava era il fatto di non aver trovato, nella politica, le soddisfazioni alle quale aveva aspirato». Lontano parente dei Vlahov diventati famosi grazie alla diffusione nel mondo del Maraschino, Romano Vlahov non aveva mai dimenticato la sua terra d’origine, al punto da lasciar scritto, nelle sue ultime volontà, di voler essere sepolto a Provicchio. Scelta che la famiglia rispetterà. (u.s.)
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