Morto a 89 anni l’ex sindaco Antonio Scarano Aprì le porte della città conquistando l’ateneo

Primo cittadino per la Democrazia cristiana dal 1980 al 1992, guidò a lungo anche l’Associazione commercianti 
Bumbaca Gorizia Voto a Gorizia, Scarano
Bumbaca Gorizia Voto a Gorizia, Scarano

il lutto



Gorizia piange un uomo che ha segnato una lunga e importante fase della sua storia. È morto ieri all’ospedale San Giovanni di Dio all’età di 89 anni Antonio Scarano, per tre mandati consecutivi - quando ancora la legge prevedeva questa possibilità - sindaco democristiano (della corrente andreottiana) del capoluogo isontino, dal 1980 al 1992. Da tempo era malato e le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi mesi.

Scarano ha guidato la città negli anni delicati a cavallo del penultimo e dell’ultimo decennio del secolo scorso che hanno segnato, per molti versi, la definitiva uscita di Gorizia dal lungo secondo dopoguerra, anche per l’evoluzione della situazione politica internazionale sfociata poi nella disgregazione dell’ex Jugoslavia partita proprio dall’indipendenza di quella Slovenia che si affaccia sul capoluogo isontino. Tra i tanti obiettivi centrati per i quali si è speso, si ricorda soprattutto l’approdo a Gorizia dell’università, mentre Scarano non riuscì a portare in città la Scuola della Guardia di Finanza, anche per l’opposizione di alcune parti della politica goriziana. E, forse, già solo il fatto che di entrambe le questioni - l’università, per il suo futuro, la scuola come emblema delle opportunità mancate di questa città - si continui a parlare ancora oggi, è la dimostrazione più lampante di come il segno lasciato da Scarano nei suoi mandati alla guida del municipio sia stato significativo e pieno.

Uomo dai tanti interessi - si ricorda il teatro tra gli hobby di gioventù, scrisse tre saggi, e all’università si fece attivo promotore di diverse iniziative culturali - Scarano fu per molti anni direttore dell’Ascom cittadina, che guidò con grandissima passione e per la quale svolse un ruolo fondamentale, disegnando binari sui quali l’associazione avrebbe proseguito la sua strada nel tempo, per molti versi continuando ancor oggi. Scarano (anche grazie alla sua capacità di ascoltare i suoi interlocutori e farsi mediatore) fu punto di riferimento per il mondo dell’imprenditoria e del commercio che in quegli anni, a Gorizia, stava crescendo e trovando nuovi sbocchi nell’economia di confine.

Indubbiamente l’attività in seno all’Ascom accrebbe ulteriormente la sua popolarità e la stima che nei suoi confronti nutrivano molte parti della politica goriziana. E così arrivò la chiamata dei vertici della Democrazia cristiana, che gli proposero di candidarsi come capolista, indicandolo di fatto all’elettorato come futuro sindaco. Aveva 50 anni, accolse quella sfida e la vinse di slancio, venendo eletto in Consiglio comunale con oltre tremila preferenze, un vero record. Il resto lo fece l’assemblea civica che il 4 ottobre 1980 lo scelse come sindaco, visto che allora non erano gli elettori a scegliere direttamente il primo cittadino. Iniziò così per Scarano la lunga esperienza alla guida del Comune, che lo portò ad impegnarsi come già detto per la tanto “sognata” università, ma pure per il completamento dell’autoporto, o l’autostrada verso Lubiana. Ha ospitato in Comune Giovanni Spadolini e i presidenti della Repubblica Pertini e Cossiga, oltre a figure come la signora Rockfeller e Alfonso di Borbone. Si sarebbe candidato ancora al municipio, all’inizio del nuovo millennio, sfidando alle Comunali del 2002 con la civica “Per Gorizia” il futuro sindaco Vittorio Brancati, Guido Germano Pettarin e Sergio Cosma. Si fermò questa volta a poco meno del 17% dei voti.

«La morte di Antonio Scarano è una di quelle notizie che sapevi che prima o poi sarebbe giunta, ma che speravi arrivasse il più tardi possibile - commenta il sindaco Rodolfo Ziberna, che fu assessore proprio nella giunta di Scarano 29 anni fa -. Stava male e da poco era stato lasciato dalla sua cara moglie Maria (un grande dolore per lui fu anche la scomparsa della figlia Angela, ndr). È stato un grande sindaco, lungimirante. Se ne va con lui un grande della nostra città. Sono vicino al figlio Enrico». Figlio che in questo momento di dolore lo ricorda soprattutto come «un uomo affidabile, serio, un autentico esempio». Commosse anche le parole del deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin, da sempre vicino all’ex sindaco: «Il mio pensiero per Antonio è grato, per il suo essere stato grandissimo maestro per me, affettuoso, per la sua vicinanza umana, e rispettoso, per l’enorme statura dell’uomo». —





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