Morto lo storico organista di Sant’Eufemia

GRADO . È deceduto all’età di 82 anni, l’altro ieri sera all’ospedale di Monfalcone, Chino Spagòn, l’indimenticabile l’organista della Basilica di Sant’Eufemia. Al secolo Gioacchino Troian, Spagòn, era da quattro anni che aveva lasciato l’incarico, da quando si sentì male di Venerdì Santo, proprio sulla porta della sacrestia.
Da allora la sua salute ha avuto alterne fasi di ricadute e di ripresa, fino a riscontrare ulteriori problematiche di recente. Una settimana fa era stato ricoverato all’ospedale di Monfalcone. Nel’Isola tutti lo ricordano come organista, compito che ha sempre svolto del tutto gratuitamente, così come gli altri incarichi che si era accollato da volontario in precedenza. A differenza di quanto avviene oggi, nel passato la comunità religiosa gradese usava infatti accompagnare con musica e canti tutti i riti ecclesiastici. Con Chino Spagòn scompare così la tradizione gradese della preghiera cantata. Aveva iniziato accompagnando con l’organo la messa prefestiva delle 17. 30. E in seguito si era occupato anche di accompagnare le messa cantata delle 10, un appuntamento d’alto livello interpretato dalla corale-orchestrale Santa Cecilia. Ma è soprattutto nelle canzoni di chiesa più popolari, più facili da ricordare e cantare, che Chino Spagòn era un maestro. Intonava immancabilmente all’organo la canzone della Madonnina del Mare, un canto che una volta accomunava fedeli gradesi e turisti, anche stranieri, e che oggi si sente quasi esclusivamente nelle funzioni funebri.
Chino Spagòn aveva preso nel 2004 il testimone lasciato da Traiano (Jano) Grigolon, organista per una quarantina d’anni. A lui, poco prima di morire, Jano consegnò le chiavi dell’organo. E ancora prima di Jano Grigolon era stata la volta del maestro Felice Olivotto, che aveva iniziato da studente a suonare l’organo mantenendo l’incarico addirittura per una sessantina d’anni. Attualmente l’organista ufficiale della Santa Cecilia è Luca Zuberti.
Prima di assumere l’incarico di organista della basilica, Spagòn aveva accompagnato per una ventina d’anni le messe prima nella cappella della vecchia Casa di Riposo, in riva Bersaglieri, e poi in quella attuale dell’Isola della Schiusa.
Spagòn accompagnava la corale anche in altre occasioni, come al Perdòn de Barbana, quando suonava la piccola pianola (o l’organo del santuario se la celebrazione avveniva all’interno) durante il solenne rito votivo della popolazione gradese.
A Barbana, tra l’altro, i frati lo ricordano e lo ringraziano ancora per aver provveduto, sempre in forma del tutto volontaria, a realizzare la componente elettrica dell’impianto donato dai Portatori della Madonna di Barbana che consente l’illuminazione notturna del santuario. Impianti di illuminazione che Chino Spagòn ha fatto anche per diverse edicole mariane sparse per la città. Di professione infatti Spagòn era un elettricista. Dopo l’esperienza ai Cantieri di Monfalcone, ha operato per lunghi anni in questo ruolo per il Comune di Grado divenendo anche il capo squadra degli elettricisti. Era anche uno dei soci dei marinai in congedo dell’Isola e talvolta si dilettava pure a suonare la fisarmonica, in famiglia e con gli amici, ma anche in occasione della festa popolare del Sabo Grando. Spagòn apparteneva a una famiglia di sette figli, dei quali cinque sono in vita. Fra questi c’è suor Maria Maddalena dell’ordine della Beata Vergine della Mercedes. Spagòn lascia tre figli, Giannino, Paolo e Luciana con le rispettive famiglie; tanti amici e moltissimi conoscenti. I funerali saranno celebrati domani alle 11.30 nella Basilica di Sant’Eufemia.
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