Morto Nereo Battello Principe del diritto

Figura di primo piano a Gorizia anche per il suo impegno politico
Di Roberto Covaz
Bumbaca Gorizia 03/07/08 Comune, presentaz premio Amidei - Foto di Valentina Balbi
Bumbaca Gorizia 03/07/08 Comune, presentaz premio Amidei - Foto di Valentina Balbi

Osservava attorno e attorno lo osservavano. In silenzio. Imputati e colleghi difensori. Da parte sua solo lievi cenni del capo, come a dire «va bene così».

Aula 6 del Tribunale di Gorizia, quella senza crocifisso, lunedì all’ora di pranzo, 13 imputati di oltraggio a pubblico ufficiale, tanti sostenitori dei ragazzi sotto processo. Aria pesante, processo “politico”, come quelli che piacevano a lui. Nereo Battello appariva stanco, incarnato pallido. Seduto in ultima fila, lui che è stato il primo degli avvocati non solo goriziani. Nell’ultimo atto della sua straordinaria carriera forense la sintesi del suo fare: dare voce e diritto a chi non ne ha. Chi era Battello? Un fuoriclasse, un’opera d’arte dentro una cornice spigolosa fatta di cultura, classe, studio e impegno civile.

Il presidente del Tribunale Giovanni Sansone per descrivere Battello ripesca dalla memoria una delle citazioni di Pietro Germi: «Noialtri uomini coi risvolti ai pantaloni non ci vergognamo. Io tengo a dare una conclusione alle cose, una morale». Poi il pensiero all’economista Federico Caffé «del quale entrambi condividevamo l’insegnamento. Con l’avvocato Battello quasi mai ci siamo affrontati in aula, ma al di fuori era un piacere discutere: sulla giustizia, sulla società, sull’economia. Perdiamo una figura eccellente di avvocato umanista».

Silvano Gaggioli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Gorizia, non trattiene la commozione. Voce strozzata, pensiero sincero: «Un uomo eccezionale, un avvocato di una spanna superiore a tutti».

Quante battaglie vinte da Battello. Peteano, tanto per cominciare. La notte del 31 maggio del 1972 una Fiat 500 imbottita di tritolo inghiotte nel sangue tre carabinieri attirati sul posto da una telefonata anonima partita dal Bar Nazionale di Monfalcone. Quella di Peteano è l'ennesima strage. Ma in un primo momento, deviate dai servizi segreti, le indagini imboccano la via della criminalità comune. Sei giovani goriziani sono impacchettati e rinchiusi in carcere. Il caso sembra chiuso ma un pool di giovani e coraggiosi avvocati quali Battello, Maniacco, De Luca, Pedroni e Bernot riesce a dimostrare l'estraneità ai fatti contestati dei giovani arrestati. Poi Peteano si tingerà del colore torbido di una delle “tante notti della repubblica”.

Battello è un comunista, ma i diritti non hanno colore. Negli anni Ottanta difende il parroco di San Floriano del Collio. L’accusa è di arrecare disturbo alla quiete pubblica. Le campane della chiesa fanno il loro mestiere: battere le ore, tutte. Ma al mattino danno fastidio ai clienti dell’Hotel Formentini. Ne nasce un contenzioso singolare e specioso che balza agli onori della cronaca nazionale. Le campane torneranno a suonare anche grazie a Battello.

Nello studio Battello ha lavorato per 25 anni l’avvocato Francesco Donolato, professionista detentore di tanti tratti del “maestro”. «Battello è stato un insigne giurista. Era amico di giuristi del calibro di Sebastiano Vassalli, di Marcello Gallo e altri. Era un instancabile lavoratore. A dicembre, due giorni dopo l’88esimo compleanno, è volato a Roma per una causa in Cassazione. A lui dobbiamo molto anche sul fronte della cultura: mediateca, palazzo del cinema, premio Amidei. Era molto apprezzato nel mondo del cinema, la sua amicizia con Scola nasce dalla stima che lo circondava».

Infine, o meglio insieme, la carriera politica di Battello. Militante del Pci sin dal dopoguerra, consigliere comunale nei caldi anni Cinquanta e ancora dal 1975 al 1990. Nel 1975 sfiora la vittoria contro il democristiano De Simone. È consigliere regionale dal 1979 al 1983. Infine le due legislature in Senato dal 1983 al 1992. Passerà il testimone a un’altra figura di primo piano della cultura goriziana: Darko Bratina. In Senato Battello fa parte di svariate commissioni, tra cui quella sulle Stragi e sulla P2 e si occupa della revisione del codice di procedura penale. È tra i firmatari del disegno di legge contro la tortura. Riesce a intercettare i fondi per aprire a Gorizia una sede universitaria, molto si batte per rafforzare il regime di zona franca. «Battello - ricorda il segretario provinciale del Pd Marco Rossi - la faccia l'aveva messa fino alla fine, fino ad assumere la guida del Comitato promotore del Sì al referendum costituzionale, con il quale aveva presentato diverse iniziative in città nel corso del 2016 fino allo scorso mese di novembre». Il tutto tra un libro e un film, letti e visti a migliaia. Su Facebook immediato il tam tam del cordoglio dei tanti suoi ex allievi di diritto. Pure come prof. è stato il numero uno.

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