Muggia, accecato da una medusa. Ragazzino finisce al Burlo

I bagnanti hanno notato il tredicenne sbracciarsi poco lontano dalla riva per chiedere aiuto. Soccorso dal 118 e portato in ospedale, le cure ripristinano la funzionalità visiva dell’occhio

MUGGIA

Un tuffo, due bracciate: e una medusa lo colpisce agli occhi. Un dolore insopportabile e poi tutt’attorno il buio, all’improvviso. Vittima dell’incidente accaduto ieri pomeriggio sul lungomare Venezia a Muggia è stato un ragazzo di 13 anni. Fortunatamente al momento dell’incontro ravvicinato con un branco di meduse era poco lontano dalla riva. Il ragazzo infatti è stato notato da alcuni bagnanti mentre cercava disperatamente di chiedere aiuto. «Non vedo più», ha urlato spaventato. Il liquido urticante gli aveva fatto perdere temporaneamente la vista. In pochi minuti è stato raggiunto e portato a riva da alcune persone. Il giovane urlava disperato per il bruciore al volto e si copriva gli occhi con le mani.

Dopo pochi minuti un’ambulanza del 118 lo ha trasportato al pronto soccorso dell’ospedale infantile Burlo Garofolo dove è stato medicato. Le lesioni urticanti della medusa sono state trattate con pomate antinfiammatorie. E in breve la funzionalità visiva dell’occhio è stata ripristinata.

Certo è che lo spavento per il ragazzo colpito dalla medusa è stato tanto. Il ragazzino ha riferito poi ai sanitari che stava nuotando e, all’improvviso, ha prima sentito un bruciore intenso sul volto e successivamente perso la vista. Non si era reso conto di essere finito in mezzo a un branco di meduse mentre stava nuotando.

In questi ultimi giorni è stata segnalata non solo a Muggia, ma anche in varie località dell’Adriatico come a Jesolo la rilevante presenza di meduse, soprattutto molto piccole e dunque non visibili. L’aumento del numero degli invertebrati è dovuto sostanzialmente al riscaldamento delle acque che porterebbe a una maggior presenza di plancton, il cibo delle meduse in vicinanza delle coste.

I tentacoli delle meduse sono rivestiti da particolari cellule in grado di iniettare nella preda un liquido urticante, attraverso i filamenti, costituito da una miscela di tre proteine: una con effetto paralizzante, una con effetto infiammatorio e un’altra neurotossica.

In caso di contatto, spiegano gli esperti, la cosa migliore è non farsi prendere dal panico perché le meduse di questa zona non sono certo letali come quelle che popolano i mari del Sudamerica. L’unica cosa utile è far scorrere acqua di mare sulla parte infiammata per diluire la tossina penetrata. Se il dolore persiste allora si possono assumere antiallergici oppure pomate al cortisone. Il ghiaccio rende il dolore ancora più intenso e insopportabile. La medicazione corretta va fatta con l’applicazione di gel astringente al cloruro di alluminio.

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