Museo Diego de Henriquez l’inaugurazione salta ancora

Dopo il 2 maggio “bucato” anche l’attentato di Sarajevo (28 giugno): apertura rinviata al 28 luglio La direttrice Masau Dan: «Colpa dell’amianto e dei pochi soldi». Cancellata l’opera di Kounellis
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 30/04/14 - Via Cumano, Museo De Henriquez
Lasorte Trieste 30/04/14 - Via Cumano, Museo De Henriquez

“Save the date”. Nel caso del Museo della guerra per la pace Diego de Henriquez è meglio evitare. «Attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione» riporta il sito Rete civica del Comune. In realtà il museo de Henriquez non ha mai aperto in via Cumano. L’inaugurazione di un terzo del museo nell’area dell’ex Caserma Duca delle Puglie è stata annunciata più volte e più volte riaggiornata nell’ambito delle iniziative legate al centenario della Grande Guerra. Prima il 2 maggio, il quarantesimo anniversario della morte del collezionista (data perfetta), poi il 28 giugno, anniversario dell’attentato di Sarajevo (data abbastanza perfetta) e ora il 28 luglio, anniversario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale (ultima data utile).

Una vera maledizione. Bruciate due date perfette non restava che aggrapparsi alla dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia. Peccato che caschi di lunedì che non è proprio il giorno ideale per le inaugurazioni. Che nel caso del tanto atteso museo de Henriquez potrebbero essere due inaugurazioni a metà, un modo per salvare la faccia. Solo una settimana fa, prima del giro d’Italia, il sindaco Roberto Cosolini aveva annunciato «un mese di eventi senza precedenti con l’arrivo di decine di migliaia di persone». L’apertura del Museo de Henriquez, se ci sarà, sarà in tono minore. «La data del 2 maggio era stata scelta nel 2013 quando, in novembre, i lavori edili erano quasi ultimati e si riteneva imminente la consegna dell'edificio al Servizio Musei civici: a tutt'oggi la consegna non è avvenuta. Impossibile pertanto rispettare anche la data del 28 giugno; con grande sforzo potremo aprire il piano terra, dove ci sarà l'esposizione dedicata specificamente alla Grande Guerra per l'anniversario dell'attentato di Sarajevo» allarga le braccia Maria Masau Dan, direttrice dei Musei civici.

Ma com’è che sono state bruciate due date, una dietro l’altra? «All'inizio di febbraio, in seguito a una nota del Servizio Prevenzione del Comune che ipotizzava la presenza di amianto nella palazzina comando dell'ex caserma, è stato interdetto l'accesso per ben due mesi a questo edificio, in cui si è potuto rimettere piede solo alla metà di aprile». C’è un problema di soldi. «Il budget a disposizione dell'allestimento del Museo Henriquez è di circa 200 mila euro, parte dei quali (70 mila) provengono da un contributo regionale. Non sono sufficienti per l’allestimento per cui occorrerà attingere largamente, per non meno di 120mila euro ai fondi ordinari dei Musei civici e rinunciare quasi completamente ad altre attività». Il Museo de Henriquez rischia di lasciare a secco il Revoltella, tanto per fare un nome.

Esce di scena da via Cumano invece Jannis Kounellis. Definitivamente. «Qualcosa farà, sicuramente farà» aveva assicurato un mese fa l’assessore alla Cultura Franco Miracco. Non farà niente. «Alla festa di chiusura della mostra al Salone degli Incanti - spiega Masau Dan - aveva preso forma, per iniziativa dell'assessore Miracco, l'ipotesi di un coinvolgimento di Kounellis nell'allestimento del Museo de Henriquez; ipotesi di grande valore ma non supportata da basi finanziarie sufficienti, come si è potuto accertare, però, solo a inizio aprile, dopo la visita di Kounellis al museo». Sarà per un altra volta. O per un’altra inaugurazione. In fondo due terzi del museo restano sempre da fare.

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