Narcotici anonimi sbarca anche a Trieste «Uscire per sempre dal tunnel della droga»
l’iniziativa
Molti hanno sentito parlare degli Alcolisti Anonimi e del programma dei Dodici Passi, ma forse ancora pochi conoscono un’associazione altrettanto importante che organizza 70 mila riunioni settimanali in 160 Paesi nel mondo. Si tratta di Narcotici Anonimi, presente anche in Italia da molti anni, ma assente finora nella nostra Regione. Per questo sabato alle 11 nella Sala Pianigiani delle Acli in via San Francesco 4/1 si terrà una riunione aperta per presentare questa realtà di auto mutuo-aiuto. Possono partecipare liberamente tossicodipendenti e familiari di dipendenti interessati a conoscere la metodologia per il recupero proposta da questa associazione completamente gratuita.
Il fondatore di Narcotici Anonimi è Jimmi Kinnon un tossicodipendente che negli anni '50 partecipava ai gruppi di Alcolisti Anonimi in California, ma trovava difficile identificarsi con gli alcolisti. Per questo ottenne il permesso di adottare il programma dei Dodici Passi, ma declinato secondo le caratteristiche specifiche della tossicodipendenza. Rimane centrale la caratteristica dell'anonimato, dare e ricevere aiuto da altri con atti di empatia: Narcotici Anonimi si basa sul “valore terapeutico di un dipendente che ne aiuta un altro”. Il gruppo non è formato da professionisti e Na non ha opinioni su questioni mediche; il cuore delle riunioni è la condivisione dell’esperienza personale l’uno con l'altro.
Una volta formato un gruppo, la riunione chiusa per persone dipendenti o che potrebbero avere un problema con le droghe è il luogo in cui si condividono esperienze, forza e speranza. È il luogo dove condividere il recupero con altri dipendenti, anche attraverso il sostegno di uno sponsor, cioè di un membro “anziano”, che conosce bene fatiche e sconfitte e può aiutare con la propria esperienza e empatia.
È interessante l’idea che per un recupero della persona dipendente non sia necessario un lungo periodo di separazione dalla società, come avviene per esempio nelle comunità terapeutiche. Quanto prima il dipendente affronta i problemi del vivere quotidiano, tanto prima può diventare un cittadino produttivo. «Alla fine dovevamo camminare con le nostre gambe - ricorda Kinnon - e guardare in faccia la vita così com’è; quindi, perché non farlo dall'inizio?».
La riunione a Trieste sarà presentata da persone in recupero provenienti da varie parti d'Italia. Che cosa bisogna fare per partecipare a un gruppo? «È sufficiente il desiderio - risponde A. - Narcotici Anonimi fa una promessa: vita libera dalle droghe. Io ho scoperto di avere un’anima quando ho iniziato il percorso. L'anonimato non è solo un fatto di privacy. Il senso più profondo è l'uguaglianza tra chi è pulito da 30 anni e chi da una settimana». —
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