Nasce la prima scimmia generata da spermatozoi pre-puberali congelati

TRIESTE Si chiama Grady la scimmietta nata qualche mese fa all’Oregon National Primate Research Center di Beaverton, negli Stati Uniti, la prima generata usando spermatozoi prodotti dal tessuto testicolare del padre prelevato prima dello sviluppo puberale e poi impiantato nuovamente nel suo corpo quando era adulto per farlo maturare. Grady (Graft-derived-baby) è la speranza di fecondità per tutti quei bambini che devono essere trattati con radiazioni o chemioterapia per i tumori che sviluppano prima che i loro testicoli riescano a generare spermatozoi e che oggi, pur guariti dal tumore, sono tuttavia destinati a rimanere sterili per l’effetto della terapia.
Kyle Orwig, il biologo della riproduzione dell’Università della Pennsylvania che ha condotto lo studio pubblicato ora su Science, ha prelevato una porzione di tessuto testicolare da cinque scimmie quando queste erano ancora troppo giovani per produrre spermatozoi e lo ha congelato. Quando le scimmie hanno raggiunto l’età adulta, ha trapiantato questo tessuto sotto la cute o nello scroto degli animali. Meno di un anno dopo il trapianto, il tessuto è maturato e ha iniziato a produrre testosterone e a generare spermatozoi. A questo punto è stato facile prendere questi spermatozoi e utilizzarli nella cosiddetta Icsi, la tecnica di fecondazione in vitro che si usa comunemente per i maschi con problemi di fertilità, nella quale gli spermatozoi vengono direttamente iniettati nell’oocita della futura madre – centinaia di migliaia di bambini sono già nati grazie a questa metodica.
Oltre a dare speranza di diventare padri ai tanti bambini che sviluppano tumori quando sono troppo giovani per conservare direttamente il loro liquido seminale, la tecnica che ha portato alla nascita di Grady offre grandi opportunità in campo zootecnico. Qui viene già utilizzata una metodica che consente a cellule staminali del testicolo di animali di migliore qualità di sostituire quelle di qualità più scarsa di altri animali; questi ultimi, quindi, trasmettono spermatozoi con un corredo genetico diverso dal resto del loro organismo. Utilizzando frammenti di tessuto impiantati sotto la cute consentirebbe, in alternativa, di ampliare il numero di animali che producono spermatozoi di qualità, da utilizzare poi per la fecondazione in vitro.
► LA RUBRICA DI SCIENZA: AL MICROSCOPIO
In vista di una probabile applicazione umana e nell’attesa dei necessari permessi etici, il team di Orwig ha già raccolto tessuto testicolare da più di 200 bambini subito prima che iniziasse il trattamento del tumore che avevano sviluppato. Seguendo l’esempio di Grady, questo tessuto potrà essere nuovamente trapiantato negli stessi donatori una volta diventati adulti, consentendo loro di diventare padri. –
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