Natale a Trieste, pranzo bloccato a 50 euro

Gli effetti della crisi sulla tavola delle feste: ancora poche prenotazioni per il cenone di Capodanno, prevale la formula del last minute

Se con il pranzo di Natale tutto sommato ci si difende, per il cenone di Capodanno siamo ancora in alto mare. La crisi si fa sentire anche a tavola, almeno stando a quello che è il polso dei ristoratori triestini in questa vigilia delle festività. Il tempo del tutto esaurito è solo un lontano ricordo, così come quello delle prenotazioni con largo anticipo. Non c’è tutta questa fretta per assicurarsi il posto a tavola: i clienti insomma preferiscono prendere informazioni su prezzi e menù e poi decidere all’ultimo minuto. Vuoi perché arriva prima in ordine di tempo, vuoi perché la spesa è meno onerosa, i conti per il pranzo di Natale in qualche modo tornano, mentre il cenone di San Silvestro resta un’incognita che sarà sciolta solo qualche giorno prima del brindisi di fine anno.

Per combattere la crisi i ristoratori hanno deciso di tenere bloccati i prezzi anche quest’anno: mediamente per il pranzo di Natale si spenderanno intorno ai 50 euro, mentre ne serviranno tra 80 e 90 per festeggiare l’arrivo del 2013. Dunque costi non eccessivi che comprendono una decina di portate, dolci compresi. «E’ chiaro che la crisi si fa sentire ed i clienti scelgono qualsiasi cosa con molta più attenzione - spiega Bruno Vesnaver, presidente della Fipe -. Diciamo che c’è la voglia di spendere di meno anche a tavola, ma non di rinunciare del tutto a festeggiare. Da parte nostra rispondiamo con prezzi invariati ormai da qualche anno e con un livello, sia di servizio che di qualità del prodotto offerto, che deve essere assolutamente elevato».

Il pranzo di Natale è l’appuntamento che rimane tendenzialmente ancorato alla tradizione dei piatti tipici. «Devo essere sincero, nonostante la crisi, non ci possiamo lamentare - racconta Franz Rossignoli dei Tre Merli -. Noi però per queste festività abbiamo addirittura abbassato i prezzi di una decina di euro. Nei nostri menù abbiamo deciso di riscoprire i piatti dell’antica tradizione, dal timballo di fusi con le canoce, per arrivare ai gnocchi di susini».

E a proposito di tradizione, un monumento della ristorazione ormai da quasi 150 anni, è l’Antica Trattoria Suban. «Che questi siano momenti difficili è evidente - spiega il titolare Mario Suban - tanto che già da molti anni per Natale i nostri prezzi restano invariati. La nostra forza è quella dei piatti consolidati nel tempo, come la jota, le crespelle, e le immancabili palacinche, scelte apprezzate dai triestini, ma anche dai turisti che arrivano da ogni angolo del mondo».

Il cenone di Capodanno è invece la ricorrenza che meglio si presta alle soluzioni innovative. Proposte originali e scelte coraggiose sia per quel che riguarda i piatti di carne, ma soprattutto le portate di pesce, presentate con abbinamenti particolari. «La crisi si tocca con mano nel senso che le prenotazioni per la maggior parte slittano all’ultimo minuto, ma il nostro cenone è ormai un punto di riferimento non solo per i triestini ma anche per i turisti - precisa Giada Procentese del ristorante Bollicine -. La nostra filosofia è quella di proporre qualcosa di nuovo e di originale attraverso una cucina ricercata, come le ostriche al profumo di lime, passando per i tortelli gambero e zenzero, fino alla frittella di baccalà».

Anche tra i locali dell’altipiano gli appuntamenti con le festività si annunciano difficili. «Effettivamente rispetto al passato le prenotazioni vanno piuttosto a rilento - spiega Guglielmo Crinò, titolare del ristorante Daneu -. Molte persone si informano ma poi prendono tempo. Proprio per questo abbiamo deciso di compattare i prezzi, dai 55 euro per il pranzo di Natale ai 65 per il cenone di Capodanno».

Pierpaolo Pitich

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