Negozi e locali, ferie brevi a Trieste. E il 50% in agosto non chiude

Fipe: entro il 20 si pagano le tasse, molti esercenti vogliono acquisire liquidità. Confcommercio: ma anche l’aumento di turisti invoglia a tenere aperto
Foto BRUNI TRieste 13.08.12 Agosto triestino: negozi e gente a passeggio-grandi magazzini
Foto BRUNI TRieste 13.08.12 Agosto triestino: negozi e gente a passeggio-grandi magazzini

Metà dei negozi e dei locali pubblici triestini quest’anno non chiude per ferie e quel 50% che può permettersi di tenere le serrande abbassate per riposarsi o divertirsi lo fa per alcuni giorni soltanto: da un minimo di tre o quattro proprio a cavallo di Ferragosto fino a una decina al massimo. Lontane anni luce dunque non soltanto le città arroventate e deserte degli anni Settanta immortalate in tanti film, ma anche la caccia alle poche panetterie e latterie off-limits per tre o quattro settimane di più recente memoria.

«Da un lato la maggioranza dei triestini è rimasta in città - commenta il presidente di Confcommercio Franco Rigutti - ma dall’altro verso va rilevato che da qualche anno siamo fortunatamente diventati una città molto più turistica: di conseguenza una fetta di clienti non manca nemmeno in agosto. Ogni sabato arriva la nave da crociera e il nostro consorzio “Trieste in centro” dispensa informazioni e mappe della città. La prossima battaglia con cui partiremo a settembre sarà quella di far divenire anche il lunedì una giornata normale: tutti i negozi aperti». «Non solo navi bianche, ma in città vi è anche tutta una serie di eventi, magari piccoli, e di manifestazioni - aggiunge Mauro Di Ilio, presidente dei dettaglianti - che contribuiscono a far uscire la gente da casa e creano movimento». E il direttore di Confcommercio, Pietro Farina, sottolinea come i negozianti preferiscano «ammortizzare i costi fissi aumentando le aperture anche nelle giornate estive, mentre sono quasi obbligati a fare un breve periodo di ferie coloro che hanno pochi dipendenti che non possono essere ruotati».

Ma c’è un ulteriore elemento che contribuisce a rendere anomalo questo agosto non solo per quanto riguarda i negozi, ma anche i locali: dai bar alle trattorie, dalle pizzerie ai buffet. Per la prima volta, come fa notare il direttore della Fipe, Fabrizio Ziberna, «è stato posticipato al 20 agosto il termine per il pagamento delle tasse: l’Irpef, l’Iva, l’Inps per i dipendenti. Molti esercenti dunque preferiscono acquisire un po’ di liquidità proprio in queste giornate agostane per far fronte con più tranquillità alle scadenze fiscali». La crisi infatti si fa sentire: rispetto all’estate scorsa sono spariti in provincia 23 esercizi pubblici. «Una serie di latterie, baretti, osterie dei rioni periferici l’anno scorso hanno chiuso - spiega Bruno Vesnaver, presidente provinciale della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) - ma essenzialmente perché i figli non se la sentivano di continuare nella gestione, ripetendo la vita di sacrifici e di guadagni magri dei genitori. In centro si resiste proprio tenendo aperto e riducendo al minimo le ferie. Solo il Buffet Da Pepi, tanto per non fare nomi, può permettersi due settimane di chiusura, ma fino all’anno scorso ne faceva tre. E non si dica che a Trieste i turisti trovano i locali chiusi perché tra il Borgo Teresiano e Campo Marzio anche di domenica sono per il 90% aperti. Ristoranti della Costiera e del Carso vivono d’estate la loro stagione migliore. Ma per tutti i locali - conclude Vesnaver - il periodo migliore per chiudere sarebbe, quello per noi più “morto”, da metà gennaio a metà marzo; il fatto è che in agosto sono anche chiusi molti uffici come quelli delle Generali, e alcuni bar che vivono sui pranzi veloci e i caffè degli impiegati terrebbero aperto a vuoto».

Chiusure per ferie vietate per regolamento alle Torri d’Europa (un centinaio di punti vendita) dove però domani, Ferragosto, saranno aperti solo ristoranti e cinema. «L’affluenza rispetto all’agosto scorso è in questa giornate calata del 2% e il fatturato del 3,8% - riferisce il direttore Angelo La Rocca - ma tenuto conto che in molti centri commerciali italiani il calo ha raggiunto il 15 o anche il 20% siamo soddisfatti. Quest’anno, per dirla egoisticamente, ci ha penalizzato il bel tempo perché nelle domeniche estive di pioggia riusciamo a superare le 24mila presenze. Se consideriamo che, a occhio, il calo riguarda in particolare acquirenti sloveni e croati, la conclusione è che di triestini alle Torri quest’estate ce ne sono più degli ultimi anni».

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