Nel 2007 a Fernetti l’omicidio di Anna

Il suo corpo senza vita, ormai irriconoscibile, era stato rinvenuto nella boscaglia tra Opicina e Fernetti il 21 giugno del 2007.
Rapita in Polonia e uccisa a Fernetti. Sono passati più di sei anni ma sono ancora numerosi i triestini che si ricordano del giallo della venticinquenne polacca Anna Stanosz, trovata uccisa il 21 giugno del 2007 nel bosco fra Opicina e Fernetti.
Era riversa in una buca, circondata dai rovi, posta a una cinquantina di metri dalla strada che porta a Fernetti. Era a piedi nudi, senza scarpe, peraltro mai ritrovate; sotto i pantaloni e sotto la maglietta non indossava l’usuale biancheria. Accanto a lei uno zainetto con un Vangelo, un curriculum scolastico e professionale, e qualche monetina slovena peraltro fuori corso. Già, perché la ragazza era finita nella mani di un’organizzazione di intermediari senza scrupoli che le avrebbero promesso, in patria, un trasferimento verso l’Italia con la prospettiva di un lavoro serio e qualificato. Un raggiro degenerato poi in rapimento e infine in omicidio quindi, man mano che la giovane, durante il viaggio verso l’Italia, avrebbe preso coscienza del fatto di essersi messa in mani criminali. Mani pronte a reclutare con l’inganno giovani braccia da schiavizzare nei campi del meridione e giovani corpi da sfruttare sui marciapiedi delle grandi città.
L’ennesimo caso quindi riconducibile alle attività internazionali di un’organizzazione criminale che spinge all’avventura giovani stranieri delle regioni povere dell’Est, con la prospettiva di un lavoro serio in Italia, salvo poi spedire appunto sul marciapiede le ragazze e nei campi i ragazzi.
In molti erano rimasti colpiti a Trieste dalla storia dei genitori della ragazza, i coniugi Stanosz, lei casalinga e lui invalido in un piccolo paese nel cuore della Polonia, che con le loro entrate mensili, circa 250 euro, non avrebbero mai potuto far rientrare in Polonia il feretro, il cui trasferimento costava circa 4mila euro.
La macchina della solidarietà, attivata anche attraverso il Piccolo, aveva consentito alla famiglia di risolvere quest’ostacolo e di rivolgersi ad un’agenzia funeraria di Varsavia specializzata in casi internazionali.
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