Nel mirino lo sponsor Bcc «Ingiusto dare 1.200 euro»

Per Roberto Fontanot, sindaco di Ronchi, quel “matrimonio” non si doveva proprio fare. La Bcc di Staranzano e Villesse, istituto di credito che vanta più di 3.500 soci nell’Isontino e oltre, si sarebbe dovuta astenere dallo sposare la causa della fusione, invece promossa dall’associazione “CittàComune per..”, sodalizio a capo della raccolta firme tesa all’indizione di un referendum popolare sull’accorpamento di Monfalcone, Staranzano e Ronchi dei Legionari. Superata ormai anche la boa delle 2.500 firme, il gruppo veleggia fiducioso verso il traguardo delle 5.600 adesioni, da strappare entro il 5 agosto.
E mentre la banca si chiude a riccio, col presidente Carlo Antonio Feruglio a ribadire che la Bcc non può e non deve manifestare alcuna pregiudiziale verso le iniziative promosse dalle associazioni richiedenti un contributo, la polemica non si placa, anzi viene alimentata dall’arringa difensiva d’ufficio di Maurizio Volpato, presidente del sodalizio finito nella bufera, che suona più o meno così: «La nostra iniziativa evidentemente fa paura, per questo assistiamo a un tale accanimento verso una realtà invece dedita a un’attività meritoria». Ma per nulla intimorito Volpato rilancia: «Bisseremo il convegno in programma mercoledì, anche a Ronchi e successivamente a Staranzano».
Nel Comune retto da Fontanot, tuttavia, l’accoglienza rischia d’esser freddina (per non dire artica), visto che il sostegno della Bcc è oggetto di uno stigmatizzante ordine del giorno firmato da due capogruppo consiliari della maggioranza, Francesco Pisapia (Pd) e Luigi Bon (Rc), in vista del prossimo Consiglio. Il tutto - tra parentesi - mentre i sindaci della Sinistra Isonzo si sono appena stretti la mano nella città dei cantieri per costituire una solida “cabina di regia” in previsione del problematico transito verso le Uti, fissato al 2016. E pazienza se i più maliziosi hanno interpretato l’operazione come un tentativo di disarcionare la fusione. Pensiero alimentato anche del diniego di firma reso alla richiesta di referendum che lo scorso aprile i tre sindaci in carica a Monfalcone, Staranzano e Ronchi hanno sulla stampa professato. E che a oggi stride alquanto con le sottoscrizioni invece siglate dagli ex primi cittadini Adriano Persi e Gianfranco Pizzolitto, per la città dei cantieri, e Lorenzo Presot per il Comune del Bobolar. Se poi aggiungiamo il carico delle schermaglie a distanza in casa Pd, sempre sul tema fusione, la situazione politica si fa decisamente incandescente.
Stavolta a far discutere è la sponsorizzazione, per Fontanot troppo ardita, della banca, chiamata al convegno di mercoledì a portare un saluto di rappresentanza. Pietra dello scandalo, dunque, i 1.200 euro deliberati dalla Bcc (e non ancora accreditati sul conto di “CittàComune per...”) per le iniziative dell’associazione pro-fusione. Trecento euro serviranno alla locazione della sala per la tavola rotonda alla Galleria comunale, che tra i relatori vedrà, oltre a Volpato, anche l’assessore regionale Paolo Panontin e il coordinatore degli enti locali del Pd, Presot. Il resto a manifesti e documenti. «La querelle - commenta Volpato - non rappresenta nulla di nuovo sotto il sole. Bene ha fatto Feruglio a dire che dai primi anni 2000 l’istituto sostiene le attività della CittàComune, senza suscitare scandali. Ma è palese che ora la nostra iniziativa comincia a dar fastidio alla politica». «Nessun problema - sottolinea -: vogliamo provocare un terremoto in quella politica. A livello dirigenziale urge un gran scossone. Perchè chi ha amministrato fin qui non si è dimostrato all’altezza della sfida rappresentata dal territorio, che invece ha rilevanti potenzialità da esprimere». E difatti la raccolta firme prossimamente sarà potenziata toccando ospedali, fabbriche e supermercati.
«La fusione dei Comuni - prosegue Volpato - porterà a un distillato della politica: solo i migliori governeranno». Ma nel cambiamento c’è spazio per le ambizioni politiche personali, come per esempio sussurrato a proposito dell’ex sindaco di Staranzano? «Non mi risultano sue volontà a candidare - conclude -, ma benvengano le figure alternative, con competenze in grado di gestire la futura CittàComune».
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