Nelle casse della sanità privata 84 milioni

Per quest’anno non si taglia. Le criticità rimarranno quelle dell’anno scorso, una associazione continua a non firmare, ma la sanità privata non si vede ulteriormente sforbiciata. La Regione, in fase di attuazione della riforma sanitaria approvata lo scorso ottobre, integra l’accordo 2014-2016 con le strutture accreditate senza modificare le risorse assegnate a gennaio 2014. Per i privati vengono così stanziati anche nel 2015 un totale di 84.564.506 euro per integrare le prestazioni del Servizio sanitario regionale.
Il taglio 2014 «Non si può tagliare sempre», dice Adriano Marcolongo, il direttore centrale della sanità. Si va avanti con le stesse cifre, anche per il prossimo anno a quanto pare, concordate in trattativa a fine 2013 alla luce delle linee di gestione 2014 che hanno ridotto del 2% le risorse per gli erogatori sanitari privati sulla spesa consuntiva del 2011. Una riduzione già l’anno scorso non digerita da AssoSalute Fvg, che non ha firmato contrariamente ad Aiop e Anisap, associazioni che rappresentano però oltre il 50% dei privati accreditati.
Manca una firma Anche stavolta, pur trattandosi solo di un’integrazione (inserita in delibera di giunta su proposta dell’assessore Maria Sandra Telesca) rispetto all’intesa triennale, AssoSalute Fvg non ci sta. A risorse immutate le motivazioni della contrarietà sono quelle di un anno fa: squilibrio nell’assegnazione dei fondi, penalizzazione dei prelievi nel privato, mancata analisi dei costi di produzione.
Laboratori unici La Regione però, forte del consenso siglato lo scorso 13 febbraio da Aiop e Anisap, tira dritto. «È necessario tenere conto della necessità di riorganizzare l’offerta delle prestazioni di laboratorio – si legge negli accordi – per le quali l’automazione standardizzata e informatizzata delle attività consente di ottenere ampie economie, concentrando le attività per esterni in un unico polo di area vasta». E ancora: «I budget utilizzati nel 2012 per le attività analitiche di laboratorio dovranno progressivamente essere riversati su attività per le quali sono alti i tempi di attesa oppure è elevata la fuga extra-regionale». Di conseguenza «le strutture private accreditate sono autorizzate ad avvalersi di laboratori esterni, ferma restando l’erogazione interna delle prestazioni urgenti».
Le cifre Con questa agenda, la Regione fotocopia così i numeri 2014. Per quest’anno, sulla base di due accordi distinti, le case di cura eroganti prestazioni di ricovero e specialistica ambulatoriale si vedono assegnare 68.285.589 euro tra i 20,1 milioni della Città di Udine, i 16,8 della San Giorgio, i 13 milioni della Pineta del Carso, i 10,7 della Salus e i 7,5 del Sanatorio Triestino. Più frammentati i finanziamenti alle 34 strutture che offrono solo specialistica ambulatoriale: un totale di 14.901.305 (dai 29.400 euro del Maniago nuoto e dello studio fisioterapico Busetto e Puntel di Pordenone al milione e mezzo del Centro medico università castrense di San Giorgio di Nogaro) cui si aggiungono 1.377.612 euro spalmati sulle “nuove” aziende del Ssr.
La mission Nella delibera di conferma e integrazione degli accordi 2014-2016, la giunta prende infatti atto che la riforma ha modificato l’architettura degli enti sanitari e dunque redistribuisce la quota di 1,3 milioni precedentemente divisa tra aree vaste ai 5 enti individuati dalla legge 17/2014. Nulla cambia, però, nella mission. Le risorse consegnate al privato sono mirate a «una più efficace integrazione con la sanità pubblica in presenza di risparmi valutabili nel 6% di quanto speso mediamente negli ultimi tre anni per la sanità privata», dovuti in particolare al riconoscimento dell’attività di ricovero extra-regionale». Oltre a contenere i tempi di attesa, infatti, la funzione delle strutture accreditate è di arginare l’”emigrazione” dei cittadini verso la sanità oltre confine.
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