Neonata morta nell'incidente, il Gip rimette in libertà l’avvocato Mosetti

Genitori indagati. Atto dovuto della Procura nei confronti della famiglia bengalese. Ora le perizie tecniche che definiranno l’omicidio stradale
Bumbaca Gorizia 14_09_2019 Incidente Savogna autostrada A34 © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 14_09_2019 Incidente Savogna autostrada A34 © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Torna in libertà l’avvocato Giulio Mosetti accusato di omicidio stradale dopo il tamponamento, sabato sera scorso, di una monovolume in cui viaggiava una famiglia bengalese e una bimba di quattro mesi, Rahida, deceduta nell’incidente.

Immediata la decisione del giudice per le indagini preliminari (Gip) Flavia Mangiante che si è pronunciata ieri poche ore dopo aver sentito lo stesso Mosetti accompagnato dai legali, gli avvocati Antonio Montanari e Daniele Compagnone.

Ma quella di ieri è stata una giornata decisiva anche per altri due fatti: l’autopsia sul corpo della piccola Rahida, avvenuta in mattinata, e la notizia che i genitori della bimba, Mohammed Ibrahim e la mamma Sharim che le sedeva accanto durante il viaggio sui sedili posteriori, sono iscritti sul registro degli indagati. Un atto dovuto, quello nei confronti dei genitori, perché bisogna accertare le cause dell’incidente costato la vita alla neonata sbalzata dall’abitacolo nonostante nell’auto ci fosse un “ovetto” omologato, un dispositivo che avrebbe dovuto impedire la tragedia.

Questo il quadro di un’indagine complessa, ancora nelle fasi iniziali, che dovrà chiarire cos’è accaduto nell’incidente avvenuto sulla A34 all’altezza di Savogna d’Isonzo, quali sono state le dinamiche e accertare le responsabilità delle persone coinvolte. Dopo l’autopsia ora toccherà ad altri accertamenti tecnici sui veicoli coinvolti, il pesante monovolume, un Chrysler Voyager della famiglia bengalese uscito distrutto dopo il tamponamento causato dal Suv Audi Q5 (un’auto sostitutiva) alla cui guida c’era l’avvocato Mosetti.

«È successa una terribile tragedia, questo è il momento del dolore e del rispetto per le persone coinvolte», commenta l’avvocato Sara Carisi, inizialmente nominata dal Tribunale difensore d’ufficio della famiglia bengalese che poi le ha affidato l’incarico di fiducia. «Oggi - aggiunge la legale che ha assistito all’autopsia - sono stati effettuati degli accertamenti irripetibili ai quali ha partecipato anche un consulente medico nominato dai genitori della bimba (idem per la controparte,ndr)».

Per quanto riguarda invece Mosetti l’avvocato Montanari ha fatto sapere che il suo cliente, sottoposto alla misura pre-cautelare dell’arresto facoltativo in flagranza di reato conseguente all’accusa di omicidio stradale «davanti al Gip ha ricostruito in modo lucido e preciso l’incidente. Una ricostruzione che non ha visto contestazioni o domande da parte del giudice, significa che è stata coerente con quanto emerso». Non solo: «Tra le possibili cause - aggiunge Montanari – non è ipotizzata la violazione di eccesso di velocità. La ricostruzione degli eventi poi ha messo in rilievo che nonostante il tasso alcolico superiore alla soglia penale (Mosetti era reduce da un brindisi al termine della premiazione dei ragazzi della Pro Gorizia di cui è presidente) non ci sarebbe un nesso tra quanto successo e la presunzione di ubriachezza».

Un quadro complesso dopo una tragedia che soltanto le perizie potranno spiegare. —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo