Nessuno vuole i Camargue va deserta l’asta dei cavalli

A distanza di otto mesi dalla messa in vendita solo uno ha trovato “casa” sul Carso. Ora il Comune farà trattative private per sistemare gli 8 esemplari
Di Ciro Vitiello
Bonaventura Monfalcone-06.02.2013 Cavalli Camargue-Isola della cona-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-06.02.2013 Cavalli Camargue-Isola della cona-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

STARANZANO. Crisi economica, timori di controlli fiscali per il fatto di possedere un cavallo considerato come bene di lusso e dunque indice di ricchezza. Queste forse le cause del flop dell’asta dei 9 cavalli “Camargue”: a distanza di quasi otto mesi, da quando sono stati messi in vendita, solo uno ha trovato casa, un maschio di nome Tiglio nato nel 2007, acquistato da una signora triestina dell’altopiano carsico.

Neanche sotto l’albero di Natale, dunque, nessuno ha pensato a un regalo speciale nonostante il costo dell’animale non proibitivo (attorno ai mille euro), se si eccettua la spesa per il mantenimento giornaliero da 50 a 100 euro al giorno per il fieno e la biada. Fino a ieri, sono state chieste solo informazioni generali di potenziali acquirenti al personale della Riserva o qualche timida contrattazione che purtroppo non ha portato a nulla di concreto. A questo punto, per gli altri cavalli in partenza il Comune procederà a una trattativa privata con i diretti interessati, senza emanare ulteriori bandi di vendita. Ogni informazione sull’acquisto, infatti, viene demandata agli uffici comunali competenti e non al personale della Riserva. Per la cronaca della lista dei 9 cavalli sono rimasti quattro maschi, U1 (2008), Vento (2009) Auro e Astro (2010) e quattro femmine: Upupa (2008), Bora e Brina (2011) e Ciliegia (2012). Tutti addomesticati e addestrati, alcuni dei quali docili, cavalcati da adulti e bambini.

«Purtroppo – spiega l’assessore Matteo Negrari ex delega all’Ambiente che nella precedente amministrazione era stato investito del problema – la vendita è capitata in un momento difficile per l’economia, anche se il Comune aveva già deciso da tempo per le troppe spese, di ridimensionare la colonia dei Camargue che oggi è costituita da una trentina di esemplari. Come amministrazione comunale pur lasciando la possibilità ai singoli di acquistare un cavallo, puntavamo soprattutto ad avere contatti con aziende o maneggi che hanno più la possibilità di ospitarli e di utilizzarli per passeggiate a cavallo. Contatti che sono rimasti, ma che fino a oggi non hanno portato ad alcun risultato. La speranza è che presto ci sia una svolta. Il nostro obiettivo – spiega l’assessore Negrari – non è di mettere i soldi nelle casse comunali, ma di investire il ricavato per una gestione più equilibrata degli animali».

Negrari ha inoltre sottolineato che la decisione per l’alienazione era stata concordata dal Comune, con la cooperativa Rogos che ha in gestione la Riserva dalla Sbic (la Stazione Biologica della Cona) sia per le difficoltà di risorse per il loro mantenimento che per avere un equilibrio nella biodiversità dell’area protetta.

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