Nidec contro il calo commesse chiude la fabbrica per 6 giorni

Baldassi (Fiom): «È come lo scorso anno, ma non è un bel segnale. Dall’azienda attendiamo risposte». In attesa del confronto del 20 blocco degli straordinari
Bonaventura Monfalcone-19.12.2018 Presidio-Nidec-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-19.12.2018 Presidio-Nidec-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Lo stabilimento di Nidec Asi di Monfalcone chiuderà per sei giornate tra questo mese e il prossimo per fronteggiare lo scarico di lavoro che ha iniziato a evidenziarsi già alla fine del 2018, secondo i sindacati. Che non a caso erano tornati a chiedere con urgenza prima di Natale alla società un confronto chiarificatore sulle prospettive del sito, tenutosi poi solo giovedì scorso nel sito di Monfalcone e venerdì a livello di gruppo a Milano. Le assemblee con i lavoratori che le Rsu e la segreteria provinciale della Fiom Cgil hanno avuto ieri in stabilimento sono state quindi non solo molto partecipate, anche dalla componente impiegatizia, ma anche dense di preoccupazione.

«Quelli della scorsa settimana sono stati incontri interlocutori – ha spiegato ieri il coordinatore della Fiom nella Rsu di stabilimento, Fabio Baldassi –, nei quali l’azienda ha però confermato la riduzione del carico di lavoro, imputandola a “contingenze di mercato” . La società ha inoltre annunciato il ricorso a sei giornate di chiusura per fronteggiare lo scarico».

I cancelli dello stabilimento di via Marconi saranno quindi serrati per tutti i dipendenti, che ricorreranno alle ferie e ai permessi arretrati, il 22 e 25 febbraio e poi durante 4 venerdì di marzo.

«Non è una situazione in realtà troppo diversa da quella verificatasi lo scorso anno – ha osservato Baldassi – e che fu gestita con il ricorso alle ferie, ai permessi e a un breve periodo di cassa integrazione. Non è però un bel segnale e non a caso nelle assemblee c’è stata estrema attenzione, oltre che preoccupazione, da parte dei lavoratori».

Al tavolo locale e a quello nazionale, secondo quanto riferisce il sindacato, Nidec Asi non ha quantificato la possibile durata della contrazione della produzione. Rsu e organizzazioni dei metalmeccanici considerano quindi cruciale il nuovo incontro con la società a Monfalcone già programmato per il 20 febbraio.

«Ci auguriamo che l’azienda si presenti in quell’occasione con la volontà di entrare nel merito delle questioni – ha detto ieri Baldassi al termine dell’assemblea del pomeriggio e prima di quella per il terzo turno, dalle 22 alle 23 – e cioè quali sono le prospettive rispetto a investimenti, organici e carichi di lavoro nel sito di Monfalcone».

Per quel che riguarda l’occupazione in ballo ci sono anche i 23 contratti a termine in scadenza alla fine di marzo, dopo che la società a dicembre ha deciso di non rinnovare, pare nemmeno in parte, i 17 che andavano a concludersi alla fine del 2018. Si trattava e si tratta di lavoratori legati alla maxi commessa russa (ormai conclusa, però), e quindi in azienda da circa tre anni, come aveva spiegato proprio Baldassi. «Persone tutte impiegate in officina che hanno acquisito una professionalità e che potrebbero andare a coprire il turn over di una quindicina di addetti che interesserà quel settore della produzione nell’arco dei prossimi due anni – aveva aggiunto –. Teniamo conto già 7 lavoratori sempre delle officine sono andati in quiescenza in questi ultimi mesi e che il rischio è quello di perdere know how e personale già formato».

Nell’arco del 2018 Nidec Asi, che nel suo insieme al momento conta a Monfalcone circa 460 dipendenti, non aveva comunque già rinnovato una ventina di contratti a termine. Dopo un ricorso alle ferie, tra febbraio e giugno e, per pochi addetti, alla cassa integrazione ordinaria per un mese per fare fronte a una riduzione del carico di lavoro, lo stabilimento di Panzano ha lavorato a pieni ranghi nel resto dello scorso anno. I segnali negativi si stanno, però, per le organizzazioni sindacali, moltiplicando, dopo che inoltre a maggio del 2018 è stato dichiarato l’esubero strutturale per 40 colleghi dello stabilimento di Vicenza.

«Il quadro va chiarito, quanto prima», ha ribadito ieri il coordinatore della Fiom nella Rsu di stabilimento. In attesa del confronto del 20 febbraio, resta in ogni caso proclamato il blocco delle prestazioni straordinarie, deciso dalle Rsu prima di Natale, quando è scattata la protesta, e uno sciopero, a fronte proprio del mancato rinnovo dei contratti interinali in scadenza. In quell’occasione le Rsu avevano rinnovato la richiesta, avanzata già al rientro dalle ferie estive, di un incontro per fare il punto su investimenti, politiche occupazionali e carico di lavoro, senza ottenere una risposta.

A fronte del silenzio di Nidec era quindi stata decisa e attuata una seconda protesta, il 10 gennaio, fermo restando appunto il blocco dello straordinario. —



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