Nidi e ricreatori comunali in sciopero il 27 ottobre a Trieste: «Condizioni mortificanti»

 

Cisl Fp e Cgil Fp propongono la mobilitazione generale: «Organico carente e precario non adeguato alla mole di lavoro. Dal Comune solo disinteresse»

Francesco Codagnone

 

Cisl Fp e Cgil Fp chiamano per lunedì 27 ottobre lo sciopero degli educatori e degli insegnanti delle scuole d’infanzia, dei nidi e dei ricreatori comunali. La decisione arriva all’unanimità dopo l’ultima assemblea di Cisl Fp – subito condivisa con Cgil – indetta al culmine di mesi di forti tensioni tra sindacati e Comune rispetto alle scelte organizzative nel comparto dei servizi educativi.

«In trent’anni di carriera sindacale non avevo mai registrato un simile malcontento tra i lavoratori dei servizi educativi comunali», commenta amaramente il segretario di Cisl Fp Walter Giani, confidando in un’alta adesione alla mobilitazione. La lista di criticità rilevate dalle sigle è lunga: incarichi “annuali” per il personale di sostegno assegnati solo fino al 19 dicembre, docenti di ruolo che «vengono fatti girare da una sede all’altra per coprire le carenze di organico». E poi la continuità didattica, «sempre meno rispettata». Il tutto, riferisce Cisl Fp, inevitabilmente si riflette sulla qualità del servizio offerto nelle scuole e nei nidi, con ricadute tanto per il personale, quanto per le famiglie.

Scuole comunali a Trieste, insegnanti di sostegno precarie: i contratti solo fino a dicembre
Una scuola materna

«La parte datoriale (il Comune, ndr) – ricostruisce Giani – da mesi ascolta con disinteresse le nostre istanze e agisce con metodi organizzativi che, secondo noi, mortificano i diritti dei dipendenti in nome del risparmio». A febbraio la sigla aveva presentato al Comune due petizioni sottoscritte da quasi 400 lavoratori. Tra le rivendicazioni di Cisl Fp vi era allora il riconoscimento dell’anzianità di servizio a chi un tempo era stato lavoratore precario dell’ente municipale. E, anche, una nuova regolamentazione per la somministrazione dei farmaci salvavita nei servizi educativi: una disciplina molto delicata, in uso da anni e che potrebbe dar luogo a errori se non declinata dettagliatamente. Trascorsi ormai quasi otto mesi e nonostante un tentativo di conciliazioni in Prefettura, «le richieste di quei 400 lavoratori non sono state adeguatamente prese in considerazione», riporta Giani.

C’è poi lo spettro della “privatizzazione” dei servizi educativi, tanto più sulla scorta del caso dell’asilo nido di Roiano, chiuso da più di un anno e mezzo viste le forti tensioni politiche innescate dalla proposta della giunta di concedere il servizio in gestione a privati, opzione solo di recente scartata in favore dell’appalto a terzi. Compromesso che, in ogni caso, non convince Mafalda Ferletti di Cgil Fp. «Nulla è risolto con l’appalto, che come nel caso della concessione rischia di incidere sulla qualità del servizio educativo e sulle disparità di genere e contrattuali nel settore», sottolinea la segretaria di Cgil Fp. Ferletti denuncia quindi strutturali criticità di organico, «a partire – così la sindacalista – dalle mancate sostituzioni del personale, e quindi del rispetto del rapporto tra insegnanti e bambini, con evidenti ripercussioni su organizzazione e condizioni di lavoro».

Ciò non bastasse, quest’anno le insegnanti di sostegno precarie hanno ricevuto la chiamata per prendere servizio solo fino al 19 dicembre, anche in funzione del parallelo bando d’assunzione (anch’esso criticato dalle sigle) avviato dal Comune. Il rischio, per quelle maestre che non dovessero rientrare in graduatoria, è di ritrovarsi a metà anno scolastico senza più contratto, compromettendo così anche la continuità del servizio educativo. «A rimetterci saranno anche i bambini», annota. —

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