Niente sala alla Hack, è atea

TRIESTE
Bandita da un teatro parrocchiale perché atea. Margherita Hack guarda il calendario e al telefono con Il Piccolo sfodera tutta la sua tolleranza laica: «La conferenza casualmente doveva avvenire proprio nella giornata del Venerdì santo, il 6 aprile. Se tento di mettermi nei loro panni, li capisco anche». La messa al bando decisa nel cattolicissimo Trentino ha comunque fatto il giro d’Italia e ha avuto più stroncature che approvazioni. A prenderla è stato il comitato di gestione del Teatro San Pietro del paese di Mezzolombardo. L’evento era stato organizzato dal Comune e prevedeva la presentazione del libro “La stella più lontana. Riflessioni su vita, etica e scienza”. A ospitare l’incontro doveva essere appunto il teatro, struttura comunale ristrutturata con fondi delle amministrazioni locali e affidata in comodato d’uso gratuito alla parrocchia. Ma quattro membri (su sei) del comitato di gestione: tre scelti dalla parrocchia e uno dal Comune, hanno bocciato l’iniziativa e hanno inviato una lettera al sindaco. «L’incontro - hanno affermato - è contrario alla dottrina della Chiesa. Le tematiche trattate nel libro sono incompatibili con lo statuto di gestione del teatro che non ammette si possano tenere manifestazioni che offendono la morale cattolica». E ulteriore circostanza aggravante, hanno spiegato poi, è il fatto che si sarebbe dovuto tenere in una data di particolare importanza per i credenti, ossia di Venerdì santo.
«Nel libro, che è un’intervista - spiega l’astrofisica - parlo di testamento biologico, eutanasia, coppie di fatto, cellule staminali e rispondendo a precise domande affermo di essere atea perché tale sono. Ma così facendo affermo quello che penso e posso farlo dato che sono in un Paese libero. Non mi aspettavo di essere messa alla porta, ma non sapevo nemmeno in quale sede fosse stato programmato l’incontro. Certamente la decisione è un esempio di fondamentalismo religioso, ma ripeto, cadendo proprio il Venerdì santo, posso anche tentare di spiegarmela. Comunque non ne faccio una tragedia: a giugno compirò novant’anni, ne ho fatto talmente tante di conferenze in giro che quel giorno posso anche starmene a casa mia a studiare ancora».
L’assessore alla cultura del Comune di Mezzolombardo, Roberto Guadagnini, ha accusato i rappresentanti della struttura eccelesiastica di «oscurantismo». «Trovo gravissimo che si parli di “offesa” - ha affermato - riferendosi all’arrivo in città di una personalità come la Hack che sarebbe venuta a Mezzolombardo per parlare del suo libro e per affrontare legittimamente temi che riguardano tutti, quali quelli della bioetica». «Non siamo bigotti - ha replicato Francesco Betalli rappresentante di Comunione e liberazione nel comitato - ma il Venerdì di Pasqua non era certo la giornata giusta per parlare di testamento biologico e fine vita».
Ma pur di non rinunciare alla Hack il Comune sta cercando un’altra sede dove far svolgere l’incontro. «Lo facciamo anche per dare una risposta alle centinaia di persone che ci stanno inviando messaggi di solidarietà», ha concluso l’assessore Guadagnini.
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