Non si arrende “mutande verdi”

Il caso-Belsito non scalfisce la fiducia padana di Franco “Luciano” Zotti

«Temevo un attacco di questo genere prima delle elezioni perché noi della Lega Nord diamo fastidio un po’ a tutti».

Franco Zotti, capolista del Carroccio alle prossime elezioni comunali goriziane, non sembra stupito dall’inchiesta che ha coinvolto il tesoriere del partito Francesco Belsito. Lui, che per denunciare l’attività del governo Monti, si era messo in mutande (rigorosamente verdi) e aveva posato sui manifesti elettorali in ginocchio per dire come sta andando l’Italia, con la serenità di un bambino, prima ricorda quanto accaduto anche agli altri partiti, poi dice: «Tutto il mondo è corrotto».

Quindi invita a mantenere la calma: «Prima di accusare, aspettiamo la magistratura e la chiusura delle indagini».

Zotti è certo che il caso Belsito non danneggerà l’immagine della Lega in generale. Più in particolare, lo scandalo non avrà ripercussioni sul carroccio goriziano.

«Io ritengo che ci darà più forza. Dimostra che ci vogliono uccidere e la gente non è stupida: capisce».

«Anche io sono un personaggio scomodo», dice, ricordando che sul sito della Regione, nella pagina elettorale, il suo nome è stato cambiato. «Sono diventato Luciano – è la sua denuncia - . È una persona che esiste davvero. Se non mi fossi accorto dell’errore cosa sarebbe successo? Sono giochetti sporchi, questi».

Prima di esprimere un giudizio sul tesoriere della Lega, Zotti - Franco non Luciano – ribadisce che è necessario aspettare un paio di giorni. «Tutto sarà chiarito. Comunque ho fiducia in Bossi e nelle sue idee», salvo aggiungere, nel dubbio, un appello agli elettori goriziani: «A loro dico che Gorizia è Gorizia ed è lontana sia da Milano, sia da Roma».

Stefano Bizzi

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