Non solo “super Debora”: donne al potere triplicate in Fvg

Nel 2008 erano l’8,8% nei posti chiave delle istituzioni mentre oggi sono il 26%. Ma l’avanzata rosa non risparmia partiti e spa. Restano indietro gli enti locali
Di Marco Ballico
15/05/2014 Roma, Palazzo Chigi, firma dell'accordo su Electrolux, nella foto Debora Serracchiani
15/05/2014 Roma, Palazzo Chigi, firma dell'accordo su Electrolux, nella foto Debora Serracchiani

TRIESTE. Debora Serracchiani, la donna dei record, ne ha appena battuto un altro. Ha superato Alessandra Guerra nei giorni di presidenza del Friuli Venezia Giulia: la leghista, a cavallo tra il 1994 e il 1995 si era fermata a 477, la governatrice in carica ha raggiunto ieri quota 482. Donne al potere, del resto, oggi molto più di prima. Tre volte di più.

Le nuove regole Se infatti Guerra era un’eccezione, e tale è rimasta per quasi vent’anni, Serracchiani vive, guidandola, la rivoluzione al femminile della politica regionale (e italiana). Proprio in questi giorni l’assessore alla Funzione pubblica Paolo Panontin ha reso noto che, con le norme a favore della rappresentanza di genere (L.R. 19/2013), le comunali di quest’anno (131 amministrazioni al voto) hanno quasi raddoppiato i consiglieri donna: dal 22,1% del 2012 al 38,9% della scorsa primavera.

Il caso Serracchiani Ma, prima ancora che il Pd targato Renzi dettasse la linea, i numeri avevano iniziato a cambiare sin dall’anno scorso, in parte per le nuove regole sulle quota rosa, ma anche per il deciso impegno delle donne nelle istituzioni. Serracchiani, prendendo in mano il microfono nella famosa assemblea dei circoli del marzo 2009, non ebbe bisogno di leggi per farsi strada.

Le cifre I numeri certificano quella che, non ancora un’invasione, è però una presenza decisamente più rilevante rispetto alle precedenti legislature. Tra parlamentari eletti in Fvg, consiglieri e assessori regionali, le politiche occupano 20 posti su 77 (26%), mentre erano solo 8 su 91 nel 2008 (8,8%).

Da un mandato all’altro Cinque anni fa le donne nei Palazzi di Roma e Trieste andavano cercate col lanternino. Se ne contava una ogni undici poltrone. Renzo Tondo ne aveva promosse obbligatoriamente tre (su undici caselle) in giunta: Sandra Savino, Federica Seganti e Alessia Rosolen. Le prime due esterne. In Consiglio ne erano entrate altrettante (ma su 60): assieme a Rosolen, solo la democratica Annamaria Menosso e la padana Mara Piccin. Nel 2013 sono cambiate molte cose. Serracchiani, seconda presidente donna nella storia del Friuli Venezia Giulia, ha messo in campo una compagine molto rosa: oggi che Gianni Torrenti è sospeso dall’incarico in attesa che la Procura decida se procedere o meno nei suoi confronti per truffa, gli uomini nell’esecutivo regionale sono in netta minoranza: tre contro cinque (accanto alla presidente siedono Maria Sandra Telesca, Loredana Panariti, Sara Vito e Mariagrazia Santoro).

Trieste e Roma Ma anche in aula le percentuali sono clamorosamente diverse: il 5% del 2008 si è trasformato in un ben più solido 20,4%. Le elette, da 3 su 60, sono infatti 10 su 49: cinque del Pd (Serracchiani, Vito, Renata Bagatin, Chiara Da Giau e Silvana Cremaschi), tre grilline (Elena Bianchi, Eleonora Frattolin e Ilaria Dal Zovo) e due leghiste (Piccin e Barbara Zilli). Nulla di troppo diverso da quanto successo alle politiche: nel 2008 c’erano una senatrice (Tamara Blazina) e una deputata Fvg (la “visitor” radicale Maria Coscioni), nel 2013 si è saliti a 5 elette su 19: le senatrice dem Isabella De Monte (poi diventata europarlamentare e sostituita da Laura Fasiolo), le deputate Pd Gianna Malisani e Blazina, la pidiellina, ora forzista, Savino e la vendoliana Serena Pellegrino.

I partiti Tutto questo mentre veniva riconfermata la presenza in Europa: da Serracchiani a De Monte. E, sempre in casa Pd, si passava alla guida della segreteria regionale da Serracchiani ad Antonella Grim. Novità al femminile anche a centrodestra: Savino, da inizio 2014, è la coordinatrice di Forza Italia in regione; Piccin, seppure sotto squalifica per la vicenda dei rimborsi allegri del mandato precedente, è capogruppo del Carroccio in piazza Oberdan.

Spa e direzioni Un’altra donna da record è Cristiana Compagno. Dopo essere stata la prima rettore italiana (nel 2008 a Udine) in un’università con più di 15mila studenti, si è ripetuta qualche mese fa a Mediocredito Fvg: mai una donna aveva presieduto una partecipata della Regione. Un altro fresco ingresso è quello di Magda Uliana alla direzione centrale Infrastrutture, ad affiancare Antonella Manca, spostata dalla ragioneria generale alla Funzione pubblica e Autonomie, e Anna Del Bianco, dall’Istruzione con Tondo a Cultura e Sport con Serracchiani. Secondo mandato anche per Luisa De Marco alla presidenza di Udine e Gorizia Fiere.

Il territorio Negli enti locali, almeno a livello apicale, la situazione rimane invece ancorata al passato. Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia di Trieste, è l’unica donna al comando nelle quattro città principali e province Fvg. A Informest, invece, si è fatta retromarcia. Nell’agenzia per la cooperazione economica internazionale guidata per un triennio da Silvia Acerbi, al numero uno è ritornato un uomo: l’ex assessore all’Economia Enrico Bertossi.

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