Il Carso ferito rivive dopo gli incendi: piantate 50 roverelle a Medeazza
Le essenze donate dall’Associazione Città del Vino. Il sindaco Gabrovec: «Sembra una goccia nell’oceano, ma non lo è»

La messa a dimora di una cinquantina di piccole piante di roverella, la specie di quercia più diffusa in Italia, nei pressi di Medeazza, uno dei centri più colpiti dagli incendi del 2022. Di questo simbolico gesto sono stati protagonisti questa mattina, 24 marzo, i sindaci di Duino Aurisina, Igor Gabrovec, e di Comeno, Erik Modic, per significare la volontà di ricreare un ambiente vivo in una delle aree che ancor oggi, a distanza di più di due anni, palesano i segni dei roghi che distrussero migliaia di alberi e arbusti, sconvolgendo la vita di centinaia di persone che risiedono nei piccoli paesi a cavallo del confine fra Italia e Slovenia.
Artefice dell’iniziativa è stata la sezione regionale dell’Associazione delle Città del vino, di cui Duino Aurisina fa parte, che ha acquistato le piante grazie ai fondi raccolti nel corso dell’asta solidale dei vini, svoltasi a margine del XXII concorso enologico internazionale “Città del vino” e del V Grappa award, entrambe manifestazioni che hanno fatto da cornice agli eventi allestiti per “Go!2025”. Il tutto in collaborazione con la Comunella di Medeazza, che ha individuato il terreno sul quale far crescere le piantine di roverella.

«Una cinquantina di piccole querce - ha detto Gabrovec - possono sembrare una piccola cosa, una goccia nel mare. Il significato di questo gesto invece - a nostro avviso - è straordinariamente importante, perché testimonia la grande volontà delle popolazioni che vivono sui due versanti di questo confine di riportare l’ambiente che li circonda alla sua storica vitalità».
«La collaborazione fra le nostre amministrazioni - ha sottolineato Modic - non si limita ai casi di emergenza, come quello verificatosi purtroppo due anni fa, ma riguarda anche lo sviluppo di progetti comuni per il futuro delle nostre terre, è fondamentale un’intesa fra Comuni italiani e sloveni di quest’area - ha aggiunto - per cercare di contrastare l’abbandono della natura e dei boschi in particolare, in atto in questi tempi e frutto di un cambio delle abitudini di vita di gran parte delle persone. Un tempo - ha ricordato il sindaco di Comeno - si viveva in simbiosi con la natura. Oggi non è più cosi, ma noi lavoreremo perché si aumentino i finanziamenti e gli incentivi a favore delle aree rurali».

Tiziano Venturini, vice presidente nazionale dell’associazione “Città del vino”, di cui è anche coordinatore per il Friuli Venezia Giulia, ha rammentato che «L’idea di raccogliere fondi è maturata proprio con l’intenzione di aiutare questo territorio martoriato dal fuoco, nel segno di una collaborazione transfrontaliera che vuole sancire un gemellaggio fra popolazioni accomunate da sempre dall’amore per la natura. Piantiamo queste reverelle - ha continuato - per sottolineare i valori di cui siamo sempre stati portatori». Alla piccola cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Comunella di Medeazza, Nicolino Bozic, alcuni componenti della Stazione forestale di Duino Aurisina, guidati da Maurizio Rozza, Giorgio Cattarin, Gianpietro Colecchia, Maurizio D’Osualdo e Massimo Romita, tutti esponenti locali dell’Associazione “Città del vino”, e numerosi cittadini di Medeazza. Condivisa da tutti i presenti la necessità di «non trascurare i boschi e i prati del Carso».
«La natura - ha spiegato Gabrovec - si regola da sola, ma solo fino a un certo punto. Un tempo la legna, i frutti, il bestiame rappresentavano una grande ricchezza, perciò li si curava con estrema attenzione. Oggi purtroppo - ha concluso - i boschi stanno diventando un costo, di conseguenza li si trascura e questo è un grossolano errore. Come sindaco sollecito i miei colleghi delle pubbliche amministrazioni a tenere in considerazione questi ragionamenti e agire di conseguenza, per la salvezza di un patrimonio unico».
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