Oltre un secolo di vita: Bar Franza candidato al titolo di locale storico

Sì del Comune alla richiesta da trasmettere in Regione Prima licenza nel 1918. Casa liberty firmata Zaninovich



Tartare di tonno e di “suro”, sardoni e altre attrazioni ittiche del Golfo e fuori del Golfo ... Con la scorta di buoni calici. Ma questa è solo la versione contemporanea, dietro la quale si estendono cent’anni di attività, quasi fosse un romanzo di Garcia Marquez: un curriculum che consente al bar Franza di candidarsi a locale storico triestino. Il primo della riviera barcolana. Ad abundantiam, perché di anni ne basterebbero 60.

Una delibera giuntale, illustrata dall’assessore comunale Lorenzo Giorgi, ha trasmesso il dossier sulla secolare “mescita vini e caffè” in viale Regina Elena 126 (l’odierno viale Miramare 157) alle Attività produttive della Regione Fvg, onde ottenere l’ambito riconoscimento. I requisiti richiesti - attesta l’algido lessico amministrativo - sono rispettati: valore storico, artistico, ambientale e/o testimonianza storica, culturale, tradizionale.

Somministrazione food & beverage ai blocchi di partenza non appena Trieste ebbe indossato il tricolore, ci informa la relazione tecnica redatta dal Commercio comunale diretto da Francesca Dambrosi: perché la prima licenza risale a fine 1918 ed era intestata a un non ulteriormente precisato signor Bonivento. Da lì a poco iniziò l’epopea dei Franza: prima Angelica (sposata Favretto) poi la licenza passa a Francesco e Teresa fino al 1973, successivamente subentra Gianfranco, in seguito voltura della licenza a beneficio di Gianmaria. Le mura del locale vennero invece acquistate dalla famiglia Franza dal barone Raffaello de Banfield: una giornata particolare, perché ricorreva il Santo Stefano del 1982.

I tre vani di metri quadrati 100 e il vano cantina rialzato, che compongono l’esercizio, sono inseriti in un edificio accatastato come villino, che venne progettato per la famiglia Tullinger dall’architetto-ingegnere Giorgio Zaninovich, in prima linea a Trieste nel passaggio stilistico dall’eclettico al liberty. L’edificio barcolano, su quattro livelli, lo documenta, soprattutto nei balconi e nelle inferriate. A Zaninovich, di origine spalatina, si debbono alcune interessanti costruzioni, come casa Valdoni in via Commerciale e il varco in Porto vecchio - fu direttore tecnico dei Magazzini Generali -, nel dopoguerra emigrò a Buenos Aires dove morì nel 1946. Ai redattori del Comune, che hanno fruito della consulenza storica di Luca Bellocchi, piace anche l’interno, allestito con timoni, fanali, oblò, mappe nautiche, foto di eventi nautici. Il grado di conservazione è ritenuto “ottimo”.

L’ultimo restauro, avvenuto nel 2010, venne pensato dall’allora gestore Fabio Albanese, nome noto nell’enogastronomia triestina, che di crociere veliche ha ampia esperienza, tant’è che il vecchio locale barcolano assunse l’ulteriore denominazione “skipper point”. Ha preparato la strada all’attuale conduzione, di cui è protagonista nella piccola cucina Tatiana Derschitz. —



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