Omicidi, morbi e incidenti fra graphic novel e tweet
Le morti violente a Gorizia e gli altri fatti di cronaca nera avvenuti nel ’700 sono documentati quasi in modo moderno con disegni e testi di 140 caratteri

Suicidi e morti ammazzati, vittime di morbi e pestilenze, femminicidi e decessi sul lavoro, ma anche incidenti domestici e omicidi perpetrati da fattucchiere e briganti, imboscate a medici, contadini e nobili, esecuzioni e misteri irrisolti. Sono duecentodue le morti raccontate in quartine in friulano, in puro stile tweeter, di circa 140 caratteri dallo scrittore-sacerdote Giovanni Maria Marussig (Gorizia 1641– 1712) nel volume manoscritto “Le morti violenti, o svbitane, svccesse in Goritia”, recente acquisto della Biblioteca statale isontina, assieme ad altri quattro volumi dello stesso autore e a una trentina di cinquecentine dalle suore Orsoline di Gorizia, ordine che dopo secoli conclude la sua presenza in città.
Uno storyboard nel quale il disegno ha un ruolo prevalente rispetto al testo, non tanto per la bravura dell’autore con le matite, ma per la sua anticipatrice ieri, oggi contemporanea, intuizione che l’immagine fissa il fatto nella mente del lettore più della scrittura, in modo semplice e comprensibile a tutti. Una modernissima graphic novel di cronaca nera che unisce stile giornalistico e testimonianza storica, nella quale le vicende umane di gente semplice e notabili, giovani e vecchi, ribaldi e pii, maschi e femmine, si intrecciano con la Grande Storia.
Uno spaccato di Gorizia e della sua vita sociale ed economica fra il 1641, anno di nascita di Marussig, e il 1704 quando, all’età di 64 anni, il cappellano e confessore delle suore del convento di Santa Chiara, sentiva avvicinarsi il gelido respiro della morte. Duecentodue morti innaturali su una popolazione di 5. 500 anime è certamente una significativa narrazione di cronaca nera, vergata su pagine dalla carta porosa, datate e numerate, disegnate con matite a grafite e sanguigna. Un volume manoscritto, dalla copertina in marocchino, chiuso da due gancetti in metallo, completo di indice finale e seconda di copertina abbellita da un cartiglio-ritratto dell’autore. Il volume apre con la prima “nota” sul “Dottor Pasquin da sè s’ucise” e chiude con l’omicidio del “Guardian della Castagnaviza”.
Nel mezzo le cronache di operai caduti “dalla Fabrica del Colleggio, della “Contessa Margarita morta di volvolo (grave patologia dell’intestino) e del “Cont. Ant. o Coronin truciato in Buccari” e del “Anno del contagio” (di peste) nel 1682 che causò morti a Salcan e Prevacina, ma anche di “carestia in città e ville vicine”.
Nelle cronache figurate di Marussig entrano anche vicende curiose come “Livio Romano uciso in ballo”, e tragedie familiari con “Franco Zorat uciso dal fratello Nicolo”, l’uxoricidio di “Sirota adultera” e, per par condicio, “Teresa fece strangolar il marito” e il mistero di “Maria Supanzichia annegata e perché?”
Non solo la cronaca cittadina è testimoniata da Marussig: ritenne degno di nota “Il prete trovato morto nel pozo di Cormons” e i fatti di “Mareschalch uciso nel Traunig”, de “Abram hebreo fregato dal boia” notando anche i pericoli mortali del viaggio “in caroza”.
Un’affascinante narrazione disegnata con un’impronta storico-cronistica che ebbe nel 1970 una fedele copia anastatica realizzata dalla Società Filologica Friulana. Gli altri 4 manoscritti acquistati dalla Biblioteca statale isontina sono: “Goritia, e sua origine”, “Cemto meditationi sopra la Santis. a Passione”, “Di Carlo Terzo in Spagna” e “Goritia le chiese, collegij, conventi, cappelle”. Quest’ultimo interessante guida religioso-urbanistica di edifici religiosi e non solo.
«Abbiamo acquisito questo prezioso patrimonio bibliografico delle Orsoline – spiega il direttore della Biblioteca statale Isontina, Marco Menato – per arricchire il nostro fondo antico che comprende opere dello scrittore-sacerdote Marussig». Curioso apprendere che oltre 350 anni fa a Gorizia un mite prete gesuita anticipava, in friulano, il modo di far comunicazione con circa 140 caratteri. Chissà se nella sede della Obvious Corporation di San Francisco i creatori di Twitter lo sanno?
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