Omicidio Carli, l’unica arrestata va a processo a Trieste

TRIESTE
Ljubica Kostic, 46 anni, l’unica indagata finita in carcere per l’omicidio dell’ex gioielliere Aldo Carli, sarà processata. Il gup Laura Barresi l’ha infatti rinviata a giudizio.
Nel corso dell’udienza di venerdì scorso dal gup, la quarantaseienne di origini serbe ha reso alcune dichiarazioni spontanee sull’accaduto, ripercorrendo i fatti e proclamando - come ha sempre fatto - la propria innocenza. Non ha smentito di essere stata a bordo dell’automobile con la quale la banda di connazionali (erano quattro in tutto) aveva raggiunto la villa di via del Refosco a Opicina la notte tra il 19 e il 20 dicembre scorsi, ma ha ripetuto di non aver preso parte all’aggressione.
«Non ero a conoscenza di cosa volevano fare gli altri (il gruppo di serbi che era assieme a lei, ndr) - ha ribadito in buona sostanza la donna - e di ciò che poi è successo». Kostic, dunque, avrebbe atteso in auto mentre la banda di assassini faceva irruzione nella villa dell’ex gioielliere?
La quarantaseienne sarà processata con rito ordinario in Corte d’Assise, quindi con un dibattimento a porte aperte.
Il giudice si riserva di decidere sulla richiesta di modifica della misura cautelare in carcere, avanzata dall’avvocato Paolo Codiglia che difende l’imputata.
Kostic è comunque detenuta al Coroneo da quasi un anno. «La mia assistita è veramente molto provata - afferma Codiglia - anche perché non vede il figlio da molti mesi ormai».
Della banda di quattro serbi ritenuta responsabile del blitz punitivo, solo la quarantaseienne è stata rintracciata e arrestata. Due degli altri tre, tra cui una donna, sono ancora latitanti all’estero e tutt’ora ricercati. Un altro dei componenti (un ex poliziotto) si trova in cella in Serbia, detenuto per altre ragioni.
Per l’inchiesta, coordinata dal pm Federico Frezza, la polizia aveva subito messo in campo la Squadra mobile di Trieste, la Scientifica e un pool di esperti del ministero dell’Interno. —
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