Operaio della Ferriera positivo: era in malattia dal 3 marzo

TRIESTE. Un operaio della Ferriera, addetto alla cokeria, è stato contagiato dal Sars-CoV-2. Il dipendente è a casa, in malattia, da martedì 3 marzo. È in quella data che ha cominciato a sospettare un’infezione: la febbre non scendeva e ha chiamato il numero di emergenza. L’operaio è stato sottoposto a tampone lunedì 16. Giovedì scorso l’esito: positivo. Da quel 3 marzo sono trascorsi comunque venti giorni, quindi un periodo sufficientemente ampio per l’incubazione di altri potenziali contagi. Ma non risultano ulteriori casi all’interno della fabbrica. Anche se, come noto, esiste la possibilità del contagio pur rimanendo “asintomatici”. Da quanto si è saputo, all’interno del reparto in cui è impiegato il lavoratore ammalato, la cokeria, vengono utilizzati sistemi di protezione di alto livello. Ma la persona ha frequentato anche altri ambienti, come le mensa e gli spogliatoi.
La notizia dell’operaio colpito dal coronavirus, fin qui sconosciuta, è emersa ieri durante la programmazione di Telequattro: un cittadino ha telefonato raccontando il fatto in diretta. Il consigliere regionale del Pd Francesco Russo, ospite della trasmissione, si è poi occupato di accertare la segnalazione: «Ho informato il ministro Patuanelli , il presidente Fedriga, il prefetto Valenti e il sindaco Dipiazza. Ho anche chiamato il direttore di stabilimento – ha precisato Russo – esortandolo a prendere misure concrete di prevenzione».
Il fronte sindacale, tanto più in un momento così delicato per lo stabilimento (lo spegnimento dell’area a caldo inizia il 27), è in fibrillazione. Il Paese intero, peraltro, si sta interrogando da giorni sull’ipotesi di chiudere le fabbriche per arginare il pericolo dei contagi. «I sindacati avevano domandato all’azienda di fermare subito l’area a caldo – commenta Antonio Rodà, segretario dei metalmeccanici Uilm – ma ci è stato risposto che le azioni di prevenzione contro il coronavirus erano più che sufficienti». Sasha Colautti (Usb) sbotta: «Abbiamo appreso la notizia dalla tv e non da canali aziendali, che hanno sottaciuto su tale fatto anche alle riunioni sul protocollo di sicurezza del governo».
Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, è convinto della necessità di uno stop delle fabbriche. «Bono ha fatto bene a fermare la Fiancantieri – osserva – e in Ferriera ora andrebbe fatta intanto una sanificazione».
Dal canto suo l’azienda rende noto di aver messo in atto le procedure di precauzione fin dal 22 febbraio così come erano già state attuate a Cremona. E dal 12 marzo, viene fatto notare, lo stabilimento beneficia di un presidio della Croce rossa posizionato agli ingressi che si occupa del monitoraggio dei lavoratori.—
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