Operaio muore colpito da un escavatore

Aveva 24 anni e risiedeva in provincia di Enna . Il mezzo si è rovesciato mentre veniva caricato su un furgone
Di Piercarlo Donda
Bumbaca Gorizia 12.09.2012 Infortunio mortale Cormons - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12.09.2012 Infortunio mortale Cormons - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Infortunio mortale sul lavoro ieri mattina a Cormons. Un giovane operaio di 24 anni, Alberto Nasca, residente a Gagliano Castelferrato, in provincia di Enna, ha perso la vita colpito alla testa dalla benna di un piccolo escavatore.

L’incidente è avvenuto poco dopo le 9 sulla strada regionale 56, all’altezza dell’incrocio con le vie Cellini e Ara pacis. Nasca stava lavorando, assieme al fratello e altri tre operai, tutti della provincia di Enna, per conto della ditta Ruspal srl di Mirandola, a un cantiere per l’interramento di fibre ottiche appaltato da un’azienda telefonica, la Ite.

La tragedia si è consumata quando ormai i lavori sul quel tratto di strada erano ultimati. Uno degli operai stava completando l’asfaltatura dello scavo che attraversava via Cellini, mentre gli altri stavano rimettendo via il materiale e le attrezzature utilizzate nel cantiere. Il giovane operaio siciliano era impegnato nell’operazione di caricamento del mini escavatore mediante l’uso di due rampe sul furgone della ditta quando, per cause in via di accertamento, una delle rampe ha ceduto e il mezzo si è rovesciato. Nel cadere a terra Nasca è stato colpito alla testa dalla benna dell’escavatore rimanendo esanime a terra.

Subito sono stati allertati i sanitari del 118 che al loro arrivo poco hanno potuto fare in quanto le condizioni del giovane erano ormai disperate. Infatti le fratture craniche sono risultati letali e il giovane è morto in pochi minuti.

Sul posto sono poi intervenuti per i rilievi e gli accertamenti di legge i Carabinieri della stazione cormonese di via Sauro coadiuvati dal Nucleo investigativo della Compagnia di Gradisca. Il magistrato di turno, dottoressa Valentina Bossi, si è recata sul luogo dell’incidente e, dopo i rilievi, ha dato il nulla osta per la rimozione della salma, che è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Gorizia. E probabile che venga decisa l’autopsia per stabilire le esatte cause del decesso.

I mezzi coinvolti e le strumentazioni coinvolte nell’incidente sono state messe sotto sequestro dagli inquirenti che provvederanno nei prossimi giorni alle perizie per stabilire le cause del cappottamento del piccolo escavatore che ha fatto perdere la vita al giovane Alberto Nasca. Già ieri sono stati sentiti dai carabinieri, delegati dal pm a condurre le indagini, i colleghi di lavoro del giovane morto. Gli ispettori della Medicina del lavoro dell’Ass, pure loro intervenuti sul posto, dovranno accertare se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza e di prevenzione sul lavoro.

Una delle prime ipotesi riguardanti la dinamica dell’incidente è quella del difettoso aggancio di una delle due rampe in metallo utilizzate nell’operazione di carico e scarico dell’escavatore dal furgone. Un’operazione che il giovane Nasca e i suoi colleghi avevano eseguito centinaia di volte senza incorrere in problemi. Ieri invece qualcosa non è andato per il verso giusto e un incidente sul lavoro ancora una volta si è trasformato in tragedia.

Devastati dallo sconforto i colleghi, ed in particolare del fratello che rivestiva il ruolo di caposquadra, che hanno assistito all’incidente senza nulla poter fare se non allertare tempestivamente il 118 e prestare i primi soccorsi.

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