Opicina e la ferrovia, una storia lunga 150 anni

Presentato il libro di Carollo. Miracco: l’anno prossimo una mostra dedicata a von Ghega

L’ennesima occasione per evocare i giorni grandi delle ferrovie di Trieste; per parlare del tappo che oggi le Fs hanno messo sulla locomotiva del Nordest; per dare adito a grandi speranze per i binari “in sonno” della città. L’occasione è stata data dalla presentazione del libro “Opicina e la ferrovia” (Luglio editore) scritto da Roberto Carollo, volontario del Museo di Campo Marzio e trincea della memoria ferroviaria della regione. Oltre a Carollo, alla presentazione tenuta alla libreria Minerva sono intervenuti l'assessore comunale alla Cultura Franco Miracco, il vicepresidente nazionale dell'Ande Etta Carignani e Fabio Venturin in rappresentanza di CamminaTrieste. Carignani ha ricordato «il ruolo fondamentale della ferrovia nello sviluppo economico del nostro porto», stilando una lista di verbi coniugati all'imperfetto. Oggi, tre date-chiave non bastano a salvare dalla chiusura il servizio passeggeri della stazione di Villa Opicina e la Transalpina, la linea che la serve. A un secolo e mezzo dalla nascita della prima fermata di Opicina e a 50 anni dall’unificazione delle due stazioni che sorgevano nella frazione in un’unica, immensa stazione di frontiera, Trieste si prepara a commemorare il centenario della Grande guerra senza la linea inaugurata da Francesco Ferdinando nel 1906 e senza il servizio passeggeri di Opicina, ridotto a un treno diretto a Lubiana e istituito dalle Ferrovie slovene lo scorso dicembre.

Eppure, allo scoppio della Grande guerra, la ferrovia di Opicina fu un nodo strategico: la direttrice Transalpina conduceva sul fronte dell’Isonzo, mentre la Meridionale - una linea che a Opicina incrocia la Transalpina - alimentava lo stesso fronte con altri uomini, mezzi e viveri. La scorsa settimana le Ferrovie hanno fatto sapere che la tratta della Transalpina che collega la stazione di Campo Marzio con quella di Opicina resterà inagibile almeno fino al 2016. L’assessore Miracco in proposito ha detto che nel centenario del 1914, «sul piano culturale, i rapporti con Vienna saranno stretti» ed egli si augura che «entro la fine dell'anno, con la collaborazione delle Ferrovie slovene e austriache, si possa organizzare un viaggio della memoria lungo la Transalpina e a bordo di un convoglio storico». Una speranza che a oggi sembra utopia, visto che le Fs sono state lapidarie: servono almeno due anni per stanziare i fondi di ripristino della tratta.

Da Miracco è giunta comunque una buona notizia. L'assessore ha confermato che il prossimo anno Trieste ospiterà una mostra dedicata all'ingegner Carlo-Carl Ritter von Ghega, dal cui genio nacque la direttrice Meridionale, ovvero la prima ferrovia che collegò l'ex porto di Vienna alla pancia dell'Europa.

Igor Buric

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