Osteoporosi, medici divisi in aula

Scontro tutto interno al centrosinistra su un nuovo ambulatorio
Di Ferdinando Viola
Lasorte Trieste 21/10/11 - Consiglio Comunale, Acegas
Lasorte Trieste 21/10/11 - Consiglio Comunale, Acegas

Un ambulatorio per l’osteoporosi? No grazie, a Trieste non serve. La consigliera Loredana Lepore del Pd invece, con una mozione presentata in Prima Commissione consiliare, ha dimostrato il contrario. E alle sue proposte è seguita una discussione che non è stata, per così dire, “serena”. Lo scontro si è verificato tutto all’interno del centrosinistra. Con l’opposizione che ha assistito «allibita» concordando poi con l’intervento molto critico di Fabio Samani, direttore generale dell’Azienda sanitaria.

«Noi del Pd - ha poi commentato il capogruppo Pd in Consiglio, Giovanni Maria Coloni - siamo abituati a discussioni accese che poi portano sempre a decisioni importanti per la città». A bocciare la proposta di Lepore sono stati proprio i colleghi di partito che hanno poi deciso di presentare la mozione, riveduta e corretta, in uno dei prossimi Consigli comunali.

Lepore, che è medico, è partita da dati di fatto incontestabili: a 60 anni il 30% delle donne soffre di osteoporosi. Il rischio di andare incontro a una qualsiasi frattura da osteoporosi è del 38-40%. «A Trieste - sottolinea - nel 2000, quando la popolazione era di 215mila abitanti, si sono verificate 297 fratture di collo di femore, causa di decesso per 17 persone, il 5,7%, percentuale che aumenta di molto se valutata a distanza di un anno». «Attualmente - afferma ancora Lepore - dopo il pensionamento di uno specialista solo da poco tempo e su continue richieste della popolazione, è stato aperto un ambulatorio dell'osteoporosi associato a quello di reumatologia nella Prima Divisione Medica dell'ospedale di Cattinara. Tale ambulatorio dà appuntamenti a distanza di sei mesi. Ora, pur non essendo l'osteoporosi un problema quasi mai urgente, non è accettabile che una richiesta richieda sei mesi prima di essere esaudita. Ho chiesto perciò al sindaco di promuovere l'apertura di un ambulatorio pubblico presso i servizi territoriali per la profilassi e cura dell'osteoporosi e delle malattie metaboliche dell'osso cui la popolazione triestina possa rivolgersi per un parere autorevole».

Parole chiare e sostenute dai numeri che non sono piaciute, in primis, a Fabio Samani: «Non ritenevo, e non ritengo, che il Consiglio debba discutere sulla realizzazione di una struttura che spetta alla Regione e all’Azienda sanitaria». «Ho solo fatto un discorso scientifico - aggiunge - di stili di vita, di prevenzione per superare le conseguenze della osteoporosi. Il Consiglio può chiedere al sindaco di sviluppare queste indicazioni sul comportamento ma non la realizzazione di un ambulatorio». D’accordo con Samani gli altri due consiglieri, Aureo Muzzi del Pd e Daniela Gerin di Sel, entrambi medici. «Bisogna intenderci - afferma Daniela Gerin -: il compito del sindaco è di tutelare la salute dei cittadini, proporre stili di vita salutari. In questo caso si è usata disinvoltamente una mozione per proporre un argomento sul quale non può esserci un confronto all’interno del Consiglio. Io invece proporrei più palestre, luogo ideale per prevenire l’osteoporosi. Aprire un ambulatorio non risolve la questione».

«Parliamo piuttosto di prevenzione - dice Muzzi - facciamo una campagna contro il fumo e l’obesità, invitiamo gli anziani a muoversi. Così si lotta contro l’osteoporosi, non realizzando ambulatori».

«Ho assistito - sottolinea il leghista Maurizio Ferrara - a una spaccatura tra medici della stessa area politica. Sono rimasto allibito dall’intervento di Samani che ha sparato a zero contro la mozione. Dalle sue parole mi è sembrato di capire che la realizzazione di un nuovo ambulatorio può favorire solo le aziende farmaceutiche».

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