Palco crollato a Trieste, pena ridotta al progettista

Sentenza d’appello sulla tragedia del PalaTrieste in cui morì Francesco Pinna. Scesa da tre a due anni la condanna per Guglielmo
Il crollo del palco di Jovanotti
Il crollo del palco di Jovanotti

TRIESTE La Corte d’appello di Trieste ha rideterminato da 3 a 2 anni la pena inflitta in primo grado ad Andrea Guglielmo, 38 anni, l’ingegnere condannato per la tragedia del PalaTrieste in cui, il 12 dicembre del 2011, quando avrebbe dovuto esibirsi Jovanotti, perse la vita il giovanissimo Francesco Pinna. Il collegio, presieduto da Donatella Solinas, ha in tal modo potuto concedere all’imputato - che nel processo era difeso dagli avvocati Vittorio Fasce e Ilaria Guglielmo - i doppi benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione.

Confermate, invece, le statuizioni civili, e cioè il risarcimento del danno all’altro studente universitario iscritto alla facoltà di Economia che, per mantenersi agli studi, faceva attività di facchinaggio nei concerti e che quel giorno, a sua volta coinvolto nel crollo del palco, riportò lo schiacciamento di alcune vertebre e a un’anca. Costituitosi parte civile con l’avvocato Rino Battocletti, il giovane ha certificato un’invalidità del 25 per cento e una riduzione di un terzo della propria capacità lavorativa. La Corte ha rimesso al giudice civile la quantificazione del danno. Quanto a Pinna, la costituzione di parte civile era già stata revocata in primo grado a seguito del risarcimento stragiudiziale del danno.

L’ingegner Guglielmo era accusato di disastro e omicidio colposo, in quanto ritenuto responsabile di avere valutato in modo errato i cosiddetti carichi appesi, sbagliando il calcolo del coefficiente di sicurezza. L’errore si era verificato in assenza di un elaborato grafico. In sintesi, la struttura del palco allestito per il concerto di Jovanotti era collassata per un eccesso di carico. Ma la situazione era stata originata sia dagli errori di progettazione che dalla carenza di indicazioni.

Crollo al PalaRubini, tre anni al progettista
Il crollo del palco di Jovanotti

Prosegue su un binario parallelo e con tempi diversi, invece, il procedimento a carico dell’altro indagato, il titolare di Azalea Promotion, Loris Tramontin. È accusato di omicidio colposo e lesioni, ma anche di non aver nominato un responsabile alla sicurezza. A difenderlo è l'avvocato Riccardo Cattarini. Nel corso dell’ultima udienza del processo, celebrata lo scorso dicembre, erano stati sentiti esperti e consulenti. In aula anche a tutela della Azalea Promotion l'avvocato Caterina Belletti.

In quell’occasione l’ingegnere Franco Curtarello - consulente nominato dal pubblico ministero titolare del fascicolo, Matteo Tripani -, aveva illustrato le cause del crollo della struttura in alluminio. A suo giudizio il palco montato all’interno del palazzetto era crollato per un eccesso di carico, implodendo su se stesso a causa del peso della costruzione di metallo denominata “ground support” e delle apparecchiature che vi erano state fissate, ma anche e soprattutto causa la progettazione non conforme e adeguata. Quanto alla testimonianza resa da uno dei tecnici aziendali, nell’udienza ci si era soffermati soprattutto sui rapporti contrattuali che legavano Azalea a Traident, azienda che si era occupata in quell’occasione della vendita a livello nazionale dello spettacolo di Jovanotti.

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