Panchine crollate in stazione incidente evitato per un soffio

Cedimento delle pesanti strutture in pietra: una pura casualità l’assenza di feriti Da tempo i pendolari avevano denunciato invano il problema. Abbandono di Fs
RONCHI DEI LEGIONARI. Atto di vandalismo o vistosi segnali del degrado evidente all’interno di una struttura che, dal dicembre scorso, non è più presenziata dal personale. Una domanda che è sorta spontanea dopo che alcuni viaggiatori che si erano recati ieri mattina alla stazione di Ronchi dei Legionari a prendere il treno, si son trovati di fronte al triste spettacolo di due panchine in pietra letteralmente abbattute, crollate. Così, in molti, hanno pensato che, durante la notte, qualcuno si fosse divertito a spaccarle. Un divertimento stupido come avviene purtroppo spesso con la cosa pubblica. Ma più di qualcuno ha avanzato dei forti dubbi.


«Mesi fa – racconta uno dei pendolari che ha segnalato l’episodio – ho appoggiato su una di queste panchine uno zainetto pesante di 6-7 chilogrammi. Vedendo che la panchina oscillava pericolosamente, anche se non sono ingegnere ho capito che non reggeva e c’era il rischio che qualcuno si facesse male. L’ho segnalato al personale di bordo del treno che mi ha ringraziato. In seguito non ho mai visto interventdi sorta e questa mattina (ieri, ndr) ho scoperto che le panchine erano state distrutte. All’epoca – continua – al personale di bordo ho fatto presente che se uno fosse seduto sulla panca al momento della rottura si sarebbe trovato, minimo minimo, con le gambe rotte. E non voglio pensare se nei pressi ci fosse stato un bambino. Certo è che questa stazione, che raccoglie centinaia di passeggeri ogni giorno, avrebbe bisogno di ben altre attenzioni e cure». L’ennesimo segnale, quello di ieri, di quanto poco interesse ci sia, da parte delle Ferrovie, nei confronti delle stazioni periferiche. Che, a giudizio di molti, dovrebbero essere valorizzate meglio per promuovere gli spostamenti ferroviar, anziché in macchina.


Alla fine dell’Ottocento, quando venne inaugurata, fu contesa tra i ronchesi e coloro i quali abitavano a Vermegliano. Quel grazioso edificio di stile austroungarico, con il tetto spiovente, faceva “gola”, era un vanto e siccome si trovava al confine tra il capoluogo e lo storico quartiere, qualcuno desiderava che il suo nome fosse un altro. Ed invece, dopo che la prima stazione fu quella inaugurata il primo ottobre del 1860 e che che si trovava dove oggi ancora esiste l’edificio accanto al passaggio a livello, quella che la sostituì fu chiamata e rimane la stazione di Ronchi dei Legionari nord.


Era bella ed il suo fascino lo conserva ancora, nonostante siano trascorsi tanti e tanti anni. Dopo 156 anni dalla sua attivazione, da dicembre 2016 la stazione ferroviaria di Ronchi dei Legionari nord è senza personale. «Impresidiata», come si dice in gergo tecnico, ovvero senza il capostazione o il personale di manovra che ne permetteva il funzionamento. Ma che, va detto, garantivano anche un punto di appoggio importante per i viaggiatori. Un presidio importante in caso di necessità, ma anche un deterrente per possibili atti di vandalismo. Come avvenuto proprio il giorno di Natale dello scorso anno, quando andarono a fuoco i cestini per le immondizie sistemati nella sala d’attesa.


I bagni, qui, sono chiusi da anni ed ora cadono a pezzi anche le panchine. Se, a Ronchi dei Legionari sud, non fermano più i treni passeggeri dal dicembre del 2003, a nord ci sono frequenti collegamenti verso Trieste, da un lato e verso Gorizia ed Udine, dall’altro, 40 in totale, ma le attenzioni verso i passeggeri sono ridotte rispetto ad un fiorente passato. Tanto è, come detto, che i servizi igienici sono chiusi da tempo, nonostante la quota di 75 passeggeri al giorno viene superata di molto.


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